Type to search

Dante, Democrito e il caso

Share

di Gianni De Iuliis

«Colui che il mondo a caso pone»
(Dante)
Nella sua Commedia Dante esprime un giudizio su Democrito (l’unico espresso sui filosofi citati nel passo, tranne Aristotele), che risente della tradizione patristica e teologica, che aveva accusato Democrito ed Epicuro come negatori della creazione, della provvidenza e dell’immortalità dell’anima.
E’ necessario comprendere cosa intendiamo per «caso». Se facciamo riferimento all’assenza di cause, nel senso che tutto avviene senza una ragione, allora non si comprende la filosofia di Democrito. Se invece si allude al fatto un disegno provvidenziale, teleologico, finalistico, divino, allora si comprende la filosofia di Democrito.
Democrito sostiene che le uniche realtà del mondo fossero la materia, il movimento e le loro leggi. Egli interpreta la natura con la natura, senza ricorrere a cause divine, a principi come odio-amore, nous, buio-luce etc. Inoltre ricorre al concetto di necessità meccanicistica e spiega che il cosmo è il risultato di cause naturali ben precise, ma al di fuori di ogni predeterminazione, destino, disegno divino provvidenziale, finalistico o teleologico.
L’atomismo è la prima forma di materialismo e ateismo filosofico dell’antichità.
Materialismo perché la materia è l’unica sostanza e l’unica causa delle cose; ateismo perché alla base del mondo non esiste una divinità che lo crea.
Connesso a materialismo e ateismo è il meccanicismo: non esiste un fine mediante cui spiegare la realtà, ma per il meccanicismo spiegare un fenomeno significa trovare la causa che lo ha generato e comprendere la legge di natura per la quale esso funzioni in quel modo.
L’atomismo è quindi una teoria causalistica, poiché tutto ciò che avviene nell’universo presuppone un sistema di cause che lo ha prodotto.
(56. Continua)