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Dalle trincee alla ‘notte di Siviglia’, Francia-Germania non sarà mai banale 

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AGI – Dalle trincee della Prima guerra mondiale alla ‘notte di Siviglia’ del 1982, quando una controversa vittoria tedesca nella semifinale dei mondiali fece riaffiorare le ruggini di tanti conflitti. Quella tra Francia e Germania, avversarie nella prima giornata del gruppo F degli europei, è una rivalità che ha segnato la Storia e che non poteva non riflettersi sui campo di calcio.

La guerra franco-prussiana

I rancori tra le due sponde del Reno affondano le radici in conflitti antichi: la guerra franco-prussiana del 1870 con l’annessione dell’Alsazia e della Lorena al Reich, gli orrori della Prima guerra mondiale, l’occupazione nazista della Francia durante la Seconda, tra il collaborazionismo del generale Philippe Petain e la resistenza di Charles de Gaulle.

La pace e il trattato dell’Eliseo

Era inevitabile che questa inimicizia, radicata in intere generazioni di francesi e tedeschi, si estendesse allo sport e sopravvivesse anche alla pace, alla nascita della Comunità economica europea e al trattato di amicizia dell’Eliseo del 1963. Dal secondo dopoguerra c’è stata una lunga stagione di collaborazione politica ed economica che ha fatto dell’asse franco-renano il motore dell’integrazione europea. Ma la rivalità riaffiora ogni volta che i ‘panzer’ e i ‘galletti’ si ritrovano su un campo di gioco.

La leggendaria partita della ‘tregua di Natale’

La prima partita è avvolta nella leggenda: durante la ‘tregua di Natale’ del 1914, soldati tedeschi, francesi e inglesi uscirono delle trincee per affrontarsi in una partita di calcio a Wulverghem, in Belgio. Dai vaghi ricordi dei militari si parla di una sfida a cui presero parte centinaia di giocatori, senza particolari tensioni malgrado gli anfibi ai piedi fossero una minaccia costante per le caviglie avversarie. Si racconta di un pallone di cuoio che rotolava infradiciato nel fango e di una sfida in cui nessuno si prese la briga di tenere il punteggio. Gli storici non ne confermano neppure lo svolgimento.

La prima gara ufficiale risale invece alla primavera del 1931 quando la Francia sconfisse 1-0 la repubblica di Weimar in amichevole. Da allora i bianchi di Germania e Les Bleus si sono affrontati 20 volte e il bilancio è di 13 vittorie francesi, sette pareggi e 10 vittorie tedesche.

La partita spartiacque

C’è una partita, però, che ha segnato uno spartiacque in questa rivalità: Francia-Germania dell’8 luglio 1982, allo stadio Ramón Sánchez Pizjuán di Siviglia. Si decide chi dovrà affrontare in finale l’Italia che poche ore prima ha superato la Polonia. E’ lo scontro fra due scuole calcistiche: il ct Michel Hidalgo contro l’altro Jupp Derwall, la fantasia e la superiorità tattica di quella francese contro la solidità e la grinta di quella tedesca, il cui emblema si ruvidità è la barba ispida di Breitner.All’inizio prevale l’atletismo dei Panzer: al 17mo Littbarski raccoglie una respinta corta del portiere Ettori e porta in vantaggio la Germania. A quel punto, però, Michel Platini sale in cattedra in quella che lui stesso avrebbe definito la sua “migliore partita di sempre” e alla mezz’ora segna su rigore la rete del pareggio.

Il dramma di Battiston

Nella ripresa la Francia scende in campo senza Genghini, infortunato, e al suo posto entra il difensore Patrick Battiston, protagonista dell’episodio decisivo su cui da 40 anni i francesi recriminano. E’ l’ora di gioco quando Platini recupera palla a centrocampo e con un lob smarcante mette il nuovo entrato solo davanti al portiere: arrivato al limite dell’area, Battiston tenta il gol con un tocco sotto ma viene travolto da Harald Schumacher. L’anca del tedesco cozza contro la faccia del francese che non ha neanche il tempo di guardare il pallone uscire a qualche centimetro dal palo.

Il terrore in campo

Nel terribile impatto perde due denti, si frattura una vertebra e viene portato via in barella semi-incosciente. In campo le scene ricordano quelle del malore di Christian Eriksen in questi europei: un compagno gli infila le dita in bocca per evitare che soffochi, altri si mettono le mani nei capelli e piangono temendo il peggio. L’aspetto più sorprendente è che l’arbitro olandese Corver non ravvisa alcuna irregolarità e autorizza l’ingresso dei sanitari solo dopo che glielo chiedono i francesi.

La rabbia francese

I tempi regolamentari si chiudono sull’1-1 ma nei supplementari la Francia allunga con le reti di Trèsor e Giresse, pareggiate da Rummenigge e Fischer. Si va ai rigori e i tedeschi si impongono 5-4 e conquistano la finale del Mundial grazie ai rigori parati a Bossis e Six. Ma la partita lascia un’incredibile scia di polemiche in Francia, anche perché Battiston resterà per due giorni in coma e l”eroe’ dei tedeschi Schumacher, anziché scusarsi, ironizzerà di essere pronto a regalare “una dentiera d’oro” al rivale.
L’indomani una testata prestigiosa come Le Figaro  lanciò un sondaggio per indicare chi fosse il tedesco più odiato di tutti i tempi e il portiere tedesco scalzò Adolf Hitler al primo posto.

Source: agi


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