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Cos’è il Gcap, il caccia di sesta generazione, progettato da Italia, Giappone e Gran Bretagna

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L’obiettivo è realizzare il successore dell’Eurofighter Typhoon. La fase di sviluppo del nuovo aereo da combattimento dovrebbe cominciare nel 2024. Il velivolo dovrebbe entrare in servizio nel 2035
Difesa, Crosetto: “Accordo programma Gcap momento storico”
Il programma è stato lanciato dalla Gran Bretagna nel luglio del 2018, al salone aerospaziale di Farnborough. Si sono associate prima l’Italia e poi il Giappone. L’obiettivo è realizzare il successore dell’Eurofighter Typhoon. La fase di sviluppo del nuovo aereo da combattimento dovrebbe cominciare nel 2024. Il velivolo dovrebbe entrare in servizio nel 2035.
In origine era Tempest
Questo è il Gcap, ovvero Global Combat Air Program, il nuovo nome dell’originario progetto Tempest, che punta a realizzare un cacciabombardiere di sesta generazione. Sesta generazione nel gergo dell’industria delle armi significa un velivolo più evoluto rispetto all’F-35, il micidiale, ma controverso per i costi elevati, cacciabombardiere prodotto da Lockheed in un programma internazionale con molti paesi, al quale ha aderito anche l’Italia. Per semplicità si parla di aereo, ma sarà un sistema più complesso, con un velivolo da combattimento accompagnato da sciami in cui ci saranno anche droni, cioè aerei senza pilota a bordo, i tecnici del settore parlano di sistema di sistemi. Come si articolerà in concreto è materia coperta da segreto.

Un rendering del caccia Gcap
Il trattato firmato a Tokyo
Il 14 dicembre scorso a Tokyo è stato firmato il trattato internazionale dai ministri della Difesa dei tre paesi, Minoru Kihara (Giappone), Grant Shapps (Gran Bretagna) e Guido Crosetto. Hanno sottoscritto la Convenzione sull’istituzione della «Gcap international government organization» (Gigo). Il trattato stabilisce che saranno in Gran Bretagna sia la sede dell’organizzazione governativa sia la sede di quella industriale per la realizzazione del velivolo. La Gigo nella fase iniziale sarà guidata da un giapponese. Nella struttura industriale sottostante il primo a.d. sarà un italiano, espresso da Leonardo. Nell’ex Finmeccanica il direttore del programma Gcap è Guglielmo Maviglia. Ma il gruppo guidato da Roberto Cingolani (a.d. e d.g.) e Lorenzo Mariani (condirettore generale) non ha ancora comunicato chi sarà il manager designato, è in corso un approfondimento.
Quote alla pari
Il gruppo controllato dal Mef partecipa al programma del nuovo velivolo da combattimento insieme a Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries. Le cariche apicali saranno a rotazione fra i tre. La partecipazione dei tre gruppi industriali al programma è paritetica. L’Italia ha rivendicato un ruolo paritetico nei negoziati, «equal partnership» ha detto Crosetto. «Per la prima volta l’Italia parteciperà con la stessa dignità (33%) a un programma di questa portata», ha precisato il ministero della Difesa, sottolineando come sull’Eurofighter la quota italiana è il 22%, molto inferiore a quella britannica e tedesca, i due Paesi che guidano il programma (il quarto è la Spagna).

La prima adesione con Profumo
«Attraverso il Gcap potremmo sviluppare ancora di più i nostri rapporti e rafforzarli nel campo della difesa», ha detto Crosetto a margine della firma. Quando il programma Tempest è stato lanciato nel luglio 2018 al salone di Farnborough l’a.d. del gruppo era Alessandro Profumo, sostituito il 9 maggio 2023 da Cingolani La capofila fin dall’inizio è Bae Systems, primo gruppo europeo nell’industria militare. Leonardo ha aderito inizialmente solo attraverso le proprie controllate britanniche di elettronica. Non poteva partecipare attraverso le aziende italiane finché non c’è stato il via libera del governo alla partecipazione industriale e al finanziamento.

Il via del governo Conte
Il disco verde alla partecipazione diretta italiana è arrivato solo in seguito, durante il governo Conte, quando è stato fatto un primo stanziamento pluriennale di due miliardi di euro. Nel 2022 è entrato il Giappone e il nome è stato cambiato in Gcap. Quest’anno comincerà la fase di sviluppo. Sotto la supervisione dell’organismo di coordinamento, il consorzio formato da Leonardo, Mitsubishi e Bae punta a completare la progettazione del velivolo entro il 2027.
L’Italia spenderà 8,8 miliardi per lo sviluppo
Una nota congiunta delle tre aziende leader nazionali dell’industria della difesa dice che «hanno accolto calorosamente la firma della Convenzione». Il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2023-2025 presentato al Parlamento dal ministro Crosetto in ottobre prevede un aumento della spesa prevista per il programma, dai 3,8 miliardi già stimati nel 2022 a 8,8 miliardi, in un arco pluriennale fino al 2037. Al primo stanziamento del governo Conte si sono aggiunti oltre 6 miliardi messi a disposizione dai governi Draghi e Meloni, con finanziamenti aggiuntivi approvati dal Parlamento. Si prevede che ci saranno numerose aziende italiane coinvolte nell’attività industriale. Per ora collaborano direttamente con la capofila Leonardo l società Mbda Italia, Elettronica e, per i motori, Avio Aero (controllata da General Electric). Questi soldi saranno spesi solo per la fase di sviluppo industriale, senza considerare le somme necessarie per il futuro acquisto dei velivoli che andrebbero a sostituire gli Eurofighter.
Il programma concorrente tra Francia e Germania
In Europa il Gcap convive con un analogo programma di un nuovo cacciabombardiere, l’Fcas lanciato nel 2017 da Francia e Germania. Neppure questo programma è ancora in fase di sviluppo. È opinione di molti analisti che in Europa non ci siano risorse sufficienti per due costosi programmi aeronautici militari. Ma per unificarli bisognerebbe convincere la francese Dassault a rinunciare alla sovranità industriale. Dassault è l’azienda che ha realizzato il Mirage e il Rafale, i grandi concorrenti dell’Eurofighter e degli aerei da combattimento americani. Come andrà a finire questa partita non è ancora deciso.

di Gianni Dragoni – fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/cos-e-gcap-caccia-sesta-generazione-progettato-italia-giappone-e-gran-bretagna-AFMZ5bdC?refresh_ce=1