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Confedercontribuenti: Se il fisco rettifica il reddito, lo motivi e ricostruisca il corretto comportamento fiscale.

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Il fisco non può limitarsi a dire che il contribuente ha sbagliato. E non possiamo che salutare positivamente questa sentenza. A dichiararlo il Presidente Nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro.Se alcuni costi pluriennali sono stati dedotti in maniera indebita da un’impresa edile, l’amministrazione finanziaria in sede di accertamento deve ricostruire il corretto comportamento fiscale. Pena l’annullamento della pretesa erariale. È quanto ha affermato la Ctp Reggio Emilia con la sentenza n. 134/1/14. Un’impresa di costruzioni aveva avuto disconosciuti oneri per opere ultrannuali. Per le Entrate i costi, invece di essere capitalizzati, erano stati dedotti in violazione del criterio di competenza. Concorde il collegio emiliano, ma non fino in fondo. Secondo i giudici, i costi per le opere pluriannuali «avrebbero dovuto essere imputati in aumento delle rimanenze finali che poi sarebbero diventate le iniziali dell’anno d’imposta successivo» (e non dedotti per intero). Il comportamento seguito dal ricorrente, quindi, era senz’altro scorretto. Ma allo stesso tempo «risulta altrettanto errato quello seguito dall’Agenzia», si legge in sentenza, «che non ha ricostruito, com’era suo dovere, le rimanenze finali dell’anno 2007, che sarebbero diventate quelle iniziali del 2008 e che, in quest’anno, avrebbero consentito di far emergere e dedurre i costi de quibus». In altre parole, se in base al principio della competenza economica un elemento negativo di reddito viene recuperato fiscalmente, in quanto imputabile a incremento delle rimanenze (realizzando una maggior tassazione in quel periodo d’imposta), le Entrate dovrebbero poi consentire al contribuente di utilizzare il maggior valore come rimanenza iniziale nell’esercizio successivo (alleggerendo così il reddito imponibile).


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