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Carnevale: a Viareggio denuncia sociale oscura satira politica

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A Viareggio la quarta e più attesa delle sei sfilate dei carri, i cosiddetti ‘corsi mascherati’, si terrà domani pomeriggio per il martedì grasso. Quest’anno, però, niente allegorie su Giorgia Meloni o Elly Schlein, su Putin o Biden, perché ormai da anni il Carnevale della città della bassa Versilia sembra aver rinunciato alla tradizionale satira politica. “Dei teatrini della politica la gente si è stancata, non ne può più”, spiegano i carristi viareggini “meglio puntare su altro”.
Ecco allora che quest’anno – il 151esimo di una lunga storia di cartapesta iniziata a Viareggio nel lontano 1873 – la satira politica lascia il posto alla satira di costume, alla denuncia sociale, ai grandi temi che l’attualità ci mette sotto gli occhi giorno dopo giorno. Il più gettonato, quest’anno, è quello dell’intelligenza artificiale. Sul carro della famiglia Lebigre-Roger, l’argomento viene trattato con un pizzico di poesia, con un ragazzo che si addormenta con in mano un telefono cellulare e sogna di vivere in un mondo popolato di umanoidi.
Ha un taglio più fantascientifico, invece, il carro di Luigi Bonetti, dove l’intelligenza artificiale si palesa come un gigantesco cyberpolpo i cui tentacoli hanno assunto forme sempre più mostruose, a ricordare come certe scoperte scientifiche rischiano di sfuggire di mano all’uomo. Si parla di disagio giovanile e dipendenze, invece, in altre due costruzioni particolarmente apprezzate nei primi tre corsi mascherati dei sei in programma a Viareggio (domani la sfilata in diretta tv su Rai 3 seguita dalla consegna del Burlamacco d’oro, poi si tornerà a sfilare domenica 18 e sabato 24 febbraio). In “Va’ dove ti porta il cuore” di Jacopo Allegrucci, un adolescente cerca di sfuggire ad un mare in tempesta irto di pericoli “surfando” su una vecchia valigia di pelle con cui cerca di raggiungere i propri sogni. In “Ascolta ragazzo…” dei fratelli Breschi, invece, il protagonista è un giovane delle periferie urbane che ascolta musica tecno e trap ma su cui aleggia minaccioso un gigantesco ragno che rappresenta i pericoli (primo fra tutti quello della droga). In “E’ tempo di cambiare” di Roberto Vannucci si parla della crisi climatica, con un minaccioso mammut che spunta dallo scioglimento dei ghiacci e cammina in un mare di plastica, ricordandoci i rischi incontro ai quali sta andando l’uomo. E a personaggi preistorici si rifà anche “Più denti!” di Luca Bertozzi, che gioca con un terrificante tirannosauro anche lui riemerso dal passato.
Prende spunto dal disagio mentale, invece, “Il profumo delle rose nelle spine” di Carlo e Lorenzo Lombardi, che descrive con struggente dolcezza la condizione dei malati di mente negli anni in cui erano ancora aperti i manicomi prima della legge Basaglia. Prende invece di mira il qualunquismo da social “Bla bla bar” dei fratelli Cinquini, che si affida ad una fiaba di Esopo per mettere alla berlina i saccenti di oggi. E’ infine un vero e proprio omaggio all’arte “Il circo dei sogni” di Alessandro Avanzini, dove protagonista è uno spiritato Salvator Dalì icona dei suoi tempi ma anche stella “social” ante litteram per la sua grande capacità comunicativa. Insomma, quest’anno più che mai al Carnevale di Viareggio si sorride, ma al tempo stesso si riflette sul mondo che ci circonda e sui pericoli che noi stessi abbiamo creato. Una sorta di “Sanremo di cartapesta” in cui specchiarsi in un misto di spettacolarità e poesia. E se la politica è confinata solo nelle mascherate più piccole, poco male. (AGI)

LU2/SAR