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Stop al Patto di stabilità, l'Ue valuta i "coronabond"

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Stop al Patto di Stabilità per consentire ai governi di spendere “tutto quello che serve” per sostenere l’economia e nuove regole sugli aiuti di Stato per dare una boccata di ossigeno alle imprese. Ma le misure che la Ue intende mettere sul tavolo per fronteggiare la crisi economica piu’ “drammatica” della sua storia non finiranno qui.

A cominciare dai ‘coronabond’ proposti dall’Italia e su cui ‘apre’ la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Misure su cui le distanze tradizionali tra ‘rigoristi’ e Paesi più propensi alla spesa, sembrano essere meno nette di ora in ora. Lunedi’ prossimo è prevista una riunione dell’Ecofin, martedì si vedranno in teleconferenza i ministri delle Finanze della zona euro. Oggi sette ministri dell’Eurozona, tra cui Italia, Francia, Germania e Spagna si sono sentiti in teleconferenza.

Giovedì infine è in programma un nuovo vertice dei capi di Stato e di governo. In mattinata intanto si è riunito l’Euro working group, il consesso degli ‘sherpà che prepara le riunioni dei ministri: “Siamo ancora alla fase dell’inventario di tutte le opzioni – viene riferito – stiamo facendo un’analisi seria per decidere quali, quando e come usare gli strumenti a disposizione: il processo è in corso, ma non siamo ancora” alla fase delle decisioni. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di ricorrere al Meccanismo europeo di Stabilità e di varare un fondo di garanzia finanziato dal bilancio Ue. 

L’Italia chiede che i quasi 500 miliardi a disposizione del fondo Salva Stati vadano “a tutti gli Stati, senza alcuna condizionalità presente o futura”. E malgrado i dubbi su questa proposta siano stati avanzati dall’Olanda, la Germania sembra avere una posizione piu’ dialogante. “Non ci sono schieramenti, questa situazione è diversa da quella del 2008 – riassume una fonte europea – Oggi sono tutti d’accordo nell’utilizzare tutti gli strumenti a disposizione e nel pieno del loro potenziale”.

Sui ‘coronabond’ la stessa Germania non avrebbe detto no, e la soluzione è in evoluzione, aggiungono le stesse fonti. “Tutti i bilanci sono sotto stress e la cosa durerà anni, il clima è cambiato e la stessa Germania ha una sensibilità diversa”.

I ‘falchi’, tradizionalmente contrari ad ogni allargamento delle regole, questa volta potrebbero agire diversamente. I segnali sono diversi: la decisione di arrivare alla sospensione del patto di Stabilità è solo il più evidente degli esempi, la stessa von der Leyen ha aperto alla possibilità che i ‘coronabond’ possano essere uno strumento da mettere in campo. “La percezione del rischio è molto grande, si teme per il mercato interno”, aggiunge un’altra fonte”.

Il negoziato al momento è sugli strumenti da adottare, dunque. Il coronabond sarebbe un’emissione di debito a tripla A garantito e comune e forte che rassicurerebbe i mercati, spiegano a Bruxelles; quanto al Fondo di garanzia se c’è la volontà politica di creare un fondo tutto è possibile”. 

Vedi: Stop al Patto di stabilità, l'Ue valuta i "coronabond"
Fonte: estero agi


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