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Sottomarini e innovazione. La risposta di Fincantieri al Covid-19

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l contratto per due sottomarini di nuova generazione per la Marina militare dà spinta alle previsioni di crescita presentate ieri dal cda di Fincantieri. Sul 2020 il Covid si è fatto sentire, ma il ritorno alla crescita nel 2021 è concreto. A spingere sono il settore militare e il focus sull’innovazione tecnologica, all’insegna della diversificazione

L’onda lunga del Covid si affronta puntando sull’innovazione tecnologica e sfruttando competenze e capacità maturate nei decenni, specie nel settore militare, tradizionalmente più sensibile alle nuove tecnologie. È il segnale che arriva da Fincantieri, il Gruppo cantieristico guidato da Giuseppe Bono, che firma oggi un contratto da 1,35 miliardi di euro per la realizzazione dei primi due sottomarini di nuova generazione della Marina Militare. Arriva all’indomani del cda che ha approvato il bilancio consolidato e il progetto di bilancio di esercizio relativo al 2020.

IL PESO DEL MILITARE

I dati indicano un anno difficile, con ricavi a -11% e una perdita di produzione del 20% rispetto a quanto programmato. Il Covid si è fatto sentire, ma non mancano le prospettiva di crescita. A tracciarle sono le performance migliori nel quarto trimestre dello scorso anno, che spingono la previsione di ricavi in aumento fino al 30% nel 2021 e il ritorno al dividendo a a partire dal 2022. A fronte delle difficoltà sul civile bloccato dal Covid, il militare procede spedito, complici la previsione di un mondo più insicuro e l’esigenza di ammodernamento delle Forze armate.

IL CONSOLIDAMENTO

Non a caso, tra le iniziative strategiche di Fincantieri figura al primo punto il “consolidamento nel settore militare in ambito nazionale ed internazionale”. Si va delle due nuove Fremm per la Marina (e i due sottomarini), all’operatività della joint venture Naviris, pronta ad accelerare sull’ambizioso programma delle nuove corvette europee. C’è anche il mercato statunitense a dare soddisfazione; è arrivata a maggio dello scorso anno la vittoria nella gara Ffg(x) della Us Navy, ottenuta dalla controllata Marinette Marine con un progetto basato sulla classe Fremm utilizzata dalla Marina italiana.

NUOVE TECNOLOGIE

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Parallelo procede per Fincantieri il posizionamento nel campo delle nuove tecnologie, tra IT e digitale, all’insegna della diversificazione. Emblematico il caso del nuovo sistema digitale per il monitoraggio delle infrastrutture autostradali italiane, operativo da novembre, sviluppato da Autostrade Tech (Gruppo Autostrade per l’Italia), IBM e NexTech, controllata di Fincantieri. L’ambizione del Gruppo di Trieste per l’information technology ha preso vigore ad aprile 2019, quando è stata annunciata l’acquisizione della quota di maggioranza del capitale di Insis, secondo alcuni osservatori una risposta all’affare sfumato per Vitrociset dopo la decisione di Leonardo di esercitare il diritto di prelazione. Con l’acquisizione dello scorso anno è diventata Fincantieri NexTech, espressione che di per sé identifica il livello di ambizione sulle nuove tecnologie. L’obiettivo era guadagnare con rapidità “una solida base clienti in un mercato complesso e frammentato” e “un bacino di competenze difficilmente reperibile sul mercato o sviluppabile internamente con tempi particolarmente lunghi”.

IL CONTRATTO

Si inserisce in questo quadro il programma NFS, acronimo di Near future submarine, che prevede quattro unità per la Marina militare. Il contratto odierno copre le prime due, prevedendo già un’opzione sulle restanti, e il supporto logistico. La firma oggi con l’Organizzazione europea per la cooperazione in materia di armamenti (Occar). Le unità saranno l’evoluzione dei quattro sottomarini U212A in dotazione alla Forza armata, frutto della collaborazione sorta negli anni 90 tra Fincantieri e Thyssenkrupp, tornata sotto i riflettori a primavera dello scorso anno quando emersero nuove trattative. Quel programma consentì alla Marina italiana di dotarsi di quattro battelli: Todaro, Scirè, Venuti e Romei, consegnati tra il 2006 e il 2017, realizzati dal Gruppo italiano su licenza tedesca, e tutt’ora in prima fila in molti impegni della Forza armata, dall’antipirateria al monitoraggio delle infrastrutture, dalla tutela delle frontiere agli impegni targati Nato.

IL PROGRAMMA

Il programma NFS farà un salto nella nuova generazione, con le due consegne attese nel 2027 e nel 2029. “Risponde alla necessità di garantire adeguate capacità di sorveglianza e di controllo degli spazi subacquei, considerati i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle operazioni nel settore underwater e l’approssimarsi del termine della vita operativa delle quattro unità della classe Sauro” attualmente in servizio”, spiega Fincantieri. Per il Gruppo guidato da Giuseppe Bono “servirà inoltre a preservare e incrementare lo strategico e innovativo know-how industriale maturato, e a consolidare il vantaggio tecnologico conseguito dall’azienda e dalla filiera, perché sarà potenziata la presenza a bordo di componentistica sviluppata dall’industria nazionale”.

IL SALTO TECNOLOGICO

“Siamo orgogliosi che il riconoscimento delle nostre capacità da parte della Marina e del partner tedesco abbia portato a un’evoluzione dei rapporti tale da garantirci da un lato il ruolo di design authority, dall’altro quello di prime contractor”, ha spiegato Giuseppe Bono. “Rispetto ai sottomarini della classe precedente – ha aggiunto – compiremo un autentico salto tecnologico, a partire dalla progettazione e dal sistema di combattimento, sviluppato insieme a Leonardo e del quale abbiamo in carico l’integrazione a bordo”. Ciò consentirà all’Italia di restare “nella ristrettissima cerchia dei Paesi capaci di costruire unità così sofisticate”. L’attenzione è anche per la filiera: “Ancora una volta un qualificato indotto, composto da piccole e medie imprese del settore, sarà trainato dalle nostre attività, concorrendo a generare un notevole contributo in termini di Pil, occupazione e progresso nel campo della ricerca e sviluppo”.

IL RUOLO DI LEONARDO

Il contributo di Leonardo al programma vale al momento 150 milioni di euro, valore del contratto firmato con Fincantieri. La One Company guidata da Alessandro Profumo equipaggerà i due sottomarini con un nuovo sistema di combattimento per sottomarini. “Il Combat Management System – spiega l’azienda – beneficerà, grazie alle sinergie con i sistemi già forniti a bordo delle navi di superficie, di continui investimenti nello sviluppo e innovazione della linea di prodotto”. Per Leonardo il contratto rappresenta un ampliamento della proposta commerciale e delle prospettive nel settore navale, sia sul mercato domestico, sia internazionale.

fonte: formiche.net