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Sostegni bis: per gli aiuti a fondo perduto alle imprese soltanto 15,4 miliardi

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di redazione

Convocato per le 11,15 di ieri mattina il Consiglio dei ministri ha lavorato fino alle 13,30 per le ultime limature al nuovo decreto Imprese, Lavoro Professioni, che il presidente Mario Draghi ha poi, nel pomeriggio, illustrato alla stampa assieme ai ministri dell’Economia, Daniele Franco e del Lavoro, Andrea Orlando.

Sui contenuti del nuovo provvedimento anti Covid, che si è fatto attendere per quasi due mesi, erano circolate nelle settimane scorse numerose anticipazioni, spesso contraddittorie l’una rispetto all’altra, delle quali su queste (virtuali) colonne abbiamo reso conto puntualmente. L’attesa era concentrata principalmente sulle modalità per il calcolo e l’erogazione dei ristori a fondo perduto per le imprese. A questo proposito Confedercontribuenti era intervenuta con le forti dichiarazioni del presidente Finocchiaro, parlando senza mezzi termini di “elemosina di Stato”.

Abbiamo adesso, finalmente, il decreto coi nuovi sostegni, che entro il 20 luglio dovrà essere convertito in legge dal Parlamento.

La manovra, tutta in extradeficit, ha un valore complessivo di “40 miliardi, 17 a imprese e professioni, 9 sempre alle imprese per la liquidità e l’accesso al credito, 4 per i lavoratori e le fasce in difficoltà”, come ha detto Draghi introducendo la conferenza stampa. Le misure riguardano imprese, lavoro, giovani, salute e servizi territoriali.

La fetta dello scostamento di bilancio destinata ai contributi a fondo perduto per imprese e partite Iva colpite dai provvedimenti di chiusura si è ristretta, piuttosto che espandersi come chiedevano le categorie interessate, I ristori a fondo perduto ammontano complessivamente a 15,4 miliardi (si era parlato di 18 miliardi). Per i ristori automatici, uguali a quelli del primo decreto sostegni, lo stanziamento è di 8 miliardi, alternativi a questi sono i ristori la cui entità è commisurata alla differenza tra il fatturato emesso dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 e quello relativo al periodo dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020 per i quali sono stanziati 3,4 miliardi.

Per i ristori “a conguaglio”, da calcolare in base alla differenza degli utili portati a bilancio, sono stanziati 4 miliardi di euro.

Cifre tutte che non possono alleviare in maniera significativa le sofferenze delle imprese. Ed invero, come ha affermato lo stesso Draghi, l’aiuto determinante per la ripartenza può venire soltanto dalle riaperture.

Una novità importante è costituita, appunto, dall’avere affiancato al criterio cui fin qui ci si è attenuti, basato sul fatturato, a quello dell’utile “che è molto più giusto – ha detto Draghi – ma ovviamente ci vorrà più tempo” Altra novità “è l’arco temporale che ora abbraccia 370mila nuove partite Iva che vengono incluse”.

Un’attenzione maggiore viene dedicata al cosiddetto “pacchetto lavoro”, che conferma la proroga soltanto parziale, fino al 28 agosto, del blocco dei licenziamenti, limitata alle aziende che chiederanno entro giugno la cassa integrazione Covid. A partire dal primo luglio, inoltre, le aziende che fanno ricorso alla cassa integrazione ordinaria non dovranno pagare le addizionali, a condizione che non licenzino.

Confermate le misure annunciae a sostegno dei giovani fino a 35 anni per l’acquisto della prima casa . “Per i giovani – ha detto ieri in conferenza stampa il presidente del Consiglio – c’è un ampia parte del decreto, in particolare la possibilità di comprare una casa: imposta di registro e mutuo sono state cancellate e questo vale per tutti i giovani, per i meno abbienti, con Isee credo fino a 40mila euro, c’è anche la garanzia dello Stato sull’80% del mutuo” Per Draghi ciò potrà rendere “più facile per tutti i giovani comprare casa e costruirsi una famiglia e dare quell’elemento di sicurezza che manca oggi”.

Insomma, considerato anche l’andamento in discesa della curva pandemica, si punta sulla possibilità di far riprendere le attività e riaprire nelle prossime settimane per intero il Paese, Mario Draghi trasmette ottimismo. Intanto gli uffici della Commissione europea stanno facendo le pulci al Pnrr italiano.“Se la situazione pandemica continua a migliorare come vediamo attualmente, mi auguro che non ci sarà bisogno di decreti di questo tipo nel corso di quest’anno” ha dichiarato il premier, il quale ha anche annunciato per la prossima settimana l’approvazione di altri due provvedimenti di fondamentale importanza ossia il decreto semplificazioni e quello sulla governance per il Pnrr.