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Parafulmine: il primo a Torino, firmato Beccaria

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Di Damiano Grilli

 

Correva l’anno 1752 quando a Torino, a pochi mesi di distanza dall’esperimento di Benjamin Franklin, Gianni Battista Beccaria ripeté la prova del collega americano installando un parafulmine sopra il suo appartamento posto in via Po 1; inutile dirlo, alla prima tempesta lo strumento fu un successo.

L’attività scientifica andata in porto nella città “sotto la Mole Antonelliana”, struttura che si farà attendere fino al 1863, diede il via ad un effetto domino con effetti interessanti: subito furono installati parafulmini sulla Basilica di San Marco a Venezia, sul Palazzo del Quirinale a Roma e sul Duomo di Milano ed ogni volta sotto la supervisione del torinese Beccaria.

A ben poco servì comunque la riuscita del nostro scienziato nell’intento di far capire che lui e la sua apparecchiatura erano “cose umane”. Ciò va detto perché ci volle un discreto tempo per estirpare dall’immaginario collettivo l’idea che Gianbattista Beccaria fosse uno stregone o giù di lì.

Ad ogni modo, l’idea, nata dalla fitta corrispondenza tra i due, ebbe l’onore d’essere, assieme a quella del più famoso aquilone, il test chiave che portò allo sviluppo del concetto stesso di elettricità e della materia che ne studia il funzionamento, l’elettrotecnica.

Saremmo ora giunti alla fine della nostra storia ma, per dover di cronaca, bisogna fare l’osservazione che segue.

Tralasciamo la Roma Antica che, già negli anni di Numa Pompilio e Tullo Ostilio, sembrerebbe portare con sé documenti storici relativi. Prendiamo invece in considerazione il dottore in medicina Giovanni Fortunato Bianchini e la sua lettera, datata 1758, indirizzata all’Accademia delle Scienze di Parigi; che troverà riscontro negli scritti di Padre Imperati (1602).

Nella testimonianza cartacea si fa riferimento al Castello di Duino, Trieste, e alla sua altissima punta metallica che, installata già nel 13° secolo, provvedeva a proteggere l’abitato.

Che in realtà, quindi, il parafulmine sia d’invenzione nostrana?

Nel dubbio, teniamoci stretto il record.

Fonte : Mole 24