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Ornella Giusto si racconta al QdC: “Tutto ciò che sono è frutto del mio impegno e dei miei sacrifici”

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La redazione del Quotidiano dei Contribuenti ha raggiunto ed intervistato Ornella Giusto, attrice e sceneggiatrice catanese trapiantata a Roma. Eclettica e passionale, debutta al cinema con Malena, di Giuseppe Tornatore; recita in numerosi film tra cui “The passion” con Mel Gibson. Protagonista di popolari fiction come “L’Onore e il Rispetto”, “Ris 6”, “Il Commissario Montalbano 10” ed  “Il paradiso delle signore 3” daily. Attrice anche di teatro ha recitato nel ruolo di “ Yerma”, di Garcìa Lorca, e “La locandiera”, di Carlo Goldoni ( a titolo esemplificativo).

 

Come nasce la passione per l’arte della recitazione?

“La nascita della passione per la recitazione è storia complessa che risale a quando da bambina, seguendo mio padre nel suo lavoro (era proprietario di diversi locali rinomati nel ragusano), ho avuto la possibilità di approcciarmi al mondo della musica d’autore e dell’arte più in generale. Avendo anche la fortuna di avere mio nonno materno, oltre che avvocato anche critico d’arte e  grande appassionato di poesia, mi sono, fin da piccola, interessata all’arte nelle sue svariate forme e manifestazioni, diventando, tra l’altro, anch’io una appassionata, di poesia. Devo dire, però, che pur essendo molto attratta dalla danza, dalla musica, dall’arte, la mia prerogativa non era,inizialmente, quella di fare l’attrice. Poi, per diverse vicende familiari, dalla Sicilia mi sono trasferita a Roma insieme a mia madre e mio fratello e li, gradualmente, ho deciso di frequentare una scuola di recitazione, più che altro per imparare a superare tutte le mie paure ed insicurezze e riuscire finalmente a mettermi in gioco. Da quel momento ho iniziato ad appassionarmi di questa meravigliosa arte che è la recitazione, innamorandomi del teatro, del palcoscenico e di tutte le emozioni che questo mondo può offrire in termini di sensazioni sopite che, in modo del tutto inconsapevole e naturale, attendono solo di esplodere ed uscire fuori per essere trasmesse a chi ti guarda. Ho capito, dunque, che questo percorso, che ai più può apparire piuttosto effimero, in realtà era serio e poteva davvero diventare un punto di partenza duraturo e galvanizzante. Nel mio percorso ho avuto la fortuna di incontrare persone, che mi hanno aiutata e stimolata in maniera positiva fornendomi anche giusti consigli ed insegnamenti che sono risultati essenziali per la mia carriera, tra questi l’attore Silvio Spaccesi ed  Arnoldo Foà. Devo dire che in questo percorso la poesia mi ha aiutata molto a farmi diventare quella che sono oggi. All’inizio non è stato facile comunque; ho risposto presente ad ogni casting. Tutto questo mi è servito e mi ha forgiato nella mia esperienza. Ho frequentato anche il conservatorio teatrale di GiovanBattista Diotaiuti (per la dizione) e del Maestro Tonino Pierfederici e da tutta una serie di seminari e stage  importanti con una cast director Holliwoodiana, April Webster ed anche Beatrice Bracco. Io credo comunque studiare sia fondamentale ed abbiamo l’obbligo di continuare a farlo per migliorarci sempre”.

 

Qual è stato il momento più gratificante della sua carriera?

Devo dire che quello che sono oggi credo sia quanto di più gratificante vissuto nella mia carriera. Tutto ciò che sono è frutto di quanto ho vissuto in termini di impegno ed anche sacrificio; per questo ritengo che il risultato di questo percorso stupendo sia la mia più grande gratificazione personale e professionale.

 

Qual è stato, invece, il momento più difficile da superare?

“Sicuramente i primi momenti del mio percorso artistico non sono stati per nulla facili da vivere, gestire e superare ma con la giusta determinazione ho saputo andare sempre avanti e non arenarmi spinta dallo sconforto del momento. Tutto questo mi è servito per essere quello che sono oggi: una persona che affronta tutto con più sicurezza ed in modo più armonico restando sempre con i piedi per terra”.

 

Dopo lo stop forzoso dovuto al Covid-19 riparte stasera con “Storie di una Capinera”, del Maestro Giovanni Verga, quali sono le sue sensazioni?

“Stasera andrà in scena, alle ore 21.00 nel suggestivo scenario del Castello Ursino di Catania “Storie di una Capinera” di Giovanni Verga. Tutto è partito da alcune semplici letture fatte insieme  alle professoresse Gabriella Alfieri e Margherita Spampinato; da li, avendo già del materiale selezionato, mi è venuta questa idea di creare uno spettacolo particolare mettendo insieme le coreografie e danza di Olga Stornello, la chitarra del Maestro Davide Sciacca e le musiche di Andrea Mici, Vincenzo Bellini e Giuseppe Romeo. Come per ogni vigilia di uno spettacolo che si rispetti, sono entusiasta e concentrata; devo dire che essendo, peraltro, una passionale, portare in scena uno spettacolo che trae origine da una delle più celebri opere del Maestro Giovanni Verga, mi emoziona tanto. Amo Giovanni Verga, esponente illustre del verismo e della sicilianità e sono orgogliosa di poter offrire ai Catanesi questo spettacolo che nasce, appunto, dalla mia passione per Verga e la veracità dei suoi racconti sulla nostra splendida terra. Mi ritrovo nella “capinera”, del resto, chi di noi non lo è? Vivo “Storie di una capinera” con grande intensità ed amore, gli stessi  sentimenti che mi auguro di trasmettere al pubblico che stasera assisterà allo spettacolo, in replica, con data da fissarsi, a fine settembre, visto il numero di richieste di prenotazione che non siamo riusciti  a soddisfare per via delle norme governative sul distanziamento sociale”.

Facciamo un grande in bocca al lupo alla nostra straordinaria interlocutrice, esempio di determinazione, sacrificio e costanza.

 


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