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“Sodoma e Gomorra”, la più grande discarica di rifiuti elettronici dell'Africa

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Alte colonne di fumo nero stagliate su un orizzonte grigio e mefitico sono quotidianamente e da anni a guardia della discarica di Agbogbloshie in Ghana dove confluiscono illegalmente rottami e prodotti meccanici ed elettronici dal mercato interno e da quello internazionale. 

Agbogbloshie è situata sulle rive della Laguna di Korle, a nord-ovest del Central Business District di Accra, la capitale del paese. Circa 40.000 ghanesi abitano intorno alla discarica, la maggior parte dei quali sono migranti arrivati dalle zone rurali a Nord della capitale. A causa delle sue dure condizioni di vita e del crimine dilagante, la zona è anche soprannominata “Sodoma e Gomorra”.

Chiuso fra il fiume Korle-Bu e la sua foce sul Golfo di Guinea questo triangolo di terra devastato dall’uomo è noto come il principale punto di riferimento per le attività di riciclaggio informale e illegale dei rifiuti, ma anche per lo smaltimento di quelli elettronici, il cosidetto e-waste.

Inquinamento da combustione

Che siano generati internamente dai residenti del Ghana o importati, la preoccupazione rimane sui metodi rudimentali utilizzati per il trattamento dei rifiuti, specialmente la combustione utilizzando pneumatici per alzare le temperature, che emette sostanze chimiche tossiche nell’aria, nella terra e nell’acqua.

La lavorazione e lo scarico di rifiuti elettronici e non ad Agbogbloshie sta inquinando la zona e creando gravi problemi ambientali. Test di laboratorio di Greenpeace hanno dimostrato che l’acqua e il terreno delle aree di Agbogbloshie contengono concentrazioni di tossine a livelli cento volte superiori alla quantità consentita. Diversi studi hanno confermato alti livelli di piombo nel suolo con rischi particolari per la popolazione.

Altri studi ancora indicano che l’ingresso della laguna è gravemente inquinato e non adatto per il contatto primario o secondario, a causa della grande quantità di batteri presenti.

Cipolle e rottami tecnologici

Malgrado ciò un’intera comunità vive e lavora in questo luogo degradato. L’economia locale di Agbogbloshie è basata su un mercato di cipolle che serve l’intera capitale. Chi non lavora al mercato, soprattutto i migranti disoccupati provenienti dalle aride regioni del Nord, si dedica alla raccolta di rottami metallici, compresi gli scarti di auto, per guadagnare qualcosa.

La lavorazione di materiali elettronici per cui è famosa la discarica non rappresenta infatti che un’attività piuttosto ridotta in un luogo dove arrivano soprattutto rottami di elettrodomestici, auto e quantità di barattoli in alluminio. 

Stati Uniti, Francia, Germania, Corea, Svizzera e Paesi Bassi sono solo alcuni dei paesi di provenienza dei rifiuti che arrivano alla discarica. Marchi multinazionali come Philips, Canon, Dell, Microsoft, Nokia, Siemens e Sony si trovano comunemente nei rifiuti. 

In Ghana, questi prodotti obsoleti e giunti alla loro fine vita sono gestiti prevalentemente dal settore informale in condizioni di lavoro e con tecniche di smantellamento, riciclo ed estrazione di materiali di valore da rivendere o riutilizzare che comportano un notevole inquinamento ambientale e hanno effetti estremamente dannosi sul benessere fisico della popolazione locale. 

I lavoratori, quasi tutti ragazzi fra i 15 e i 35 anni, smontano manualmente le parti meccaniche e elettroniche per poi bruciare gli involucri di plastica su cavi e altri parti di televisori, elettrodomestici, monitor e computer per recuperarne i metalli redditizi e riciclabili.

Una nuova legge sui rifiuti

Il Parlamento del Ghana ha approvato una legge per razionalizzare le attività nel settore della raccolta e della gestione dei rifiuti al fine di garantire un solido sistema di gestione e riciclaggio per salvare le foreste del paese e la generazione futura.

La legge sul controllo e la gestione dei rifiuti pericolosi ed elettronici (legge 917) e le norme per il controllo e la gestione dei rifiuti pericolosi ed elettronici (LI 2250) sono state approvate nel 2016. Queste norme hanno introdotto per la prima volta il controllo, la gestione e lo smaltimento di rifiuti pericolosi, elettrici ed elettronici nel paese.

Il passaggio della legge è anche in adempimento degli obblighi del Ghana ai sensi della Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi, della Convenzione di Rotterdam sulla procedura di previo assenso informato per alcuni prodotti chimici pericolosi e pesticidi nel commercio internazionale, nonché della Convenzione di Stoccolma sugli Inquinanti organici persistenti.

La nuova legge proibisce l’importazione, l’esportazione, il trasporto, la vendita, l’acquisto o il deposito di rifiuti pericolosi o altri rifiuti su qualsiasi terreno nel paese o nelle acque territoriali del Ghana. 

Sempre secondo la recente legge, chi contravviene commette un reato ed è passibile di condanna a una multa o a una pena detentiva non inferiore a un anno e non superiore a dieci anni o entrambi e i trasgressori sono anche responsabili dei costi di pulizia delle eventuali contaminazioni causate da rifiuti pericolosi o altri rifiuti.

Si prevede che il Fondo per la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici istituito ai sensi della legge fornisca finanziamenti per la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici e riduca l’impatto negativo sulla salute umana e sull’ambiente.

Il denaro del Fondo, spiega il governo, sarà utilizzato per fornire assistenza per la costruzione e la manutenzione di impianti di riciclaggio o trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, sostenere la ricerca sui metodi di conservazione, prevenzione e controllo degli stessi, per la ricerca sul loro trattamento e riciclaggio, per la pubblicazione di relazioni per educare il pubblico sullo smaltimento sicuro di rifiuti elettrici ed elettronici e sui loro effetti negativi.

Inoltre un produttore o un importatore di apparecchiature elettroniche ai sensi della nuova legge è tenuto a registrarsi presso l’Environmental Protection Agency (EPA) e pagare la tassa sui rifiuti elettronici relativa alle apparecchiature  che sono importate nel paese o fabbricate nello stesso. La tassa, negli obiettivi governativi, è destinata a coprire i costi di raccolta, trattamento, recupero e smaltimento ecocompatibile e riciclaggio dei rifiuti elettronici.

Accortosi del valore intrinseco di questo sito anche il presidente del paese, Nana Akufo-Addo, ha recentemento intrapreso delle azioni a favore della riconversione di Agbogbloshie da discarica illegale a fulcro del trattamento legale dei rifiuti elettronici e pericolosi come fonte di reddito per il paese.

L’impegno del presidente

Parlando al varo del Programma Nazionale Integrato di gestione dei rifiuti elettronici, lo scorso agosto 2018, il presidente ha osservato che con una stima di 40-50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici generati ogni anno, e con il Ghana che funge da loro destinazione finale, “l’e-waste è un grave problema globale e una delle principali sfide ambientali del 21 ° secolo”.

Il presidente ha così annunciato l’istituzione di un impianto di riciclaggio all’avanguardia da costruire ad Agbogbloshie, in adempimento della legge e ha assicurato che l’impianto non sarà un’entità autonoma, in quanto vi è una componente del progetto che sosterrà la creazione di una rete di centri di raccolta per fornire un approvvigionamento continuo di materia prima per sostenere le operazioni della struttura. 

I lavorari dovevano inziare a ottobre 2018, ma ad oggi ancora non è stata posta la prima pietra e Agbogbloshie continua ad essere quella che era dagli anni ’80 quando ha cominciato a crescere e diventare quella terra di nessuno grondante liquami, fumi neri e sostanze inquinanti che è ancora oggi.

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Fonte: estero agi


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