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Scuola, riecco Arcuri: sarà lui a gestire la ripartenza

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Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)


Dopo settimane di polemiche, discussioni, perplessità e duri confronti con le parti in causa, pare che il governo abbia finalmente individuato il percorso da seguire per programmare, organizzare e gestire la difficile ripartenza delle scuole in seguito alla chiusura forzata causa Coronavirus.

Secondo quanto si apprende dalla bozza del Decreto Semplificazioni, approvato salvo intese dopo il serrato dibattito in Consiglio dei Ministri, l’esecutivo presieduto da Giuseppe Conte ha scelto di affidarsi a Domenico Arcuri, già Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19. Sarà lui, infatti, a procedere: “all’acquisizione e distribuzione delle apparecchiature e dei dispositivi di protezione individuale, nonché di ogni necessario bene strumentale, compresi gli arredi scolastici, utile a garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020-2021, nonché a contenere e contrastare l’eventuale emergenza nelle istituzioni scolastiche statali”. Arcuri, inoltre, dovrà gestire i fondi per avviare le procedure d’appalto: “Per l’attuazione di quanto previsto dal precedente periodo il Commissario provvede nel limite delle risorse assegnate allo scopo con Delibera del Consiglio dei Ministri a valere sul Fondo emergenze nazionali di cui all’articolo 44 del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1: le risorse sono versate sull’apposita contabilità speciale intestata al Commissario”.

Insomma, con questa scelta, che dovrebbe essere confermata anche dopo il passaggio del Decreto Semplificazioni in Parlamento, il governo conferma la sua totale fiducia nei confronti di Arcuri, cosa che suscita perplessità per due ordini di motivi. Il primo relativo alla tendenza – ormai inarrestabile – a delegare, a nominare esperti ed unità di crisi per affrontare qualsivoglia questione o problema. Una potenza di task force, che si oppone alla supposta ed annunciata “potenza di fuoco”. Un’idea, questa, che restituisce la concezione di una politica debole, incapace di adempiere ai suoi compiti, di decidere. La seconda perplessità, invece, riguarda la figura stessa del “supercommissario” ed i risutlati da lui raggiunti quale “Deus ex Machina” del governo nella lotta al virus. La vicenda della mascherine chirurgiche a prezzi calmierati è, da questo punto di vista, davvero emblematica. Vicenda che ha addirittura portato ad un esposto del Codacons alla Procura della Repubblica di Roma. Poche le mascherine realmente disponibili al prezzo di 50 centesimi, che si sono logicamente esaurite in fretta.

Il progetto di ripartenza delle scuole, più che mai fondamentale, muove quindi in questi giorni i primi passi. A sentire l’opione di presidi e docenti le criticità non mancano, a partire, ad esempio, dalla ratio che guiderà l’effettuzione dei test sierologici. Su base volontaria per il personale docente e per quello tecnico-amministrativo, a campione per gli studenti. Senza dimenticare, poi, i problemi relativi al numero delle classi effettivamente fruibili e quelli riguardanti l’approvvigionamento dei banchi singoli. Insomma, ancora una volta, sembra esserci un solco tra le scelte prese, i parametri d’azione adottati e la possibilità di calarli nella realtà.


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