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Scuola, in Piemonte il Tar respinge richiesta di sospensiva del governo

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Di Daiana De Luca (Responsabile Comunicazione Confedercontribuenti)


Il Tar, Giudice Amministrativo in primo grado, competente a pronunciarsi sui ricorsi proposti verso atti amministrativi, ha respinto la richiesta sospensiva d’urgenza, chiesta dai Ministri Azzolina e Speranza, della delibera con cui il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, impone alle scuole di verificare la temperatura degli studenti all’inizio delle lezioni.

Gli istituti piemontesi continueranno, pertanto, a misurare la febbre agli studenti almeno fino al 14 ottobre, data in cui la causa verrà discussa nel merito in Camera di Consiglio. Dopo la decisione assunta dal Tar, il Governatore del Piemonte si è detto “dispiaciuto che la scelta del Governo, sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio”. Il provvedimento, secondo quanto sostenuto dal Presidente della Regione, punterebbe a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per  tutelare la salute di bambini, ragazzi, personale scolastico e dei nonni. Certo, noi ci impegneremo a non entrare nel merito, non solo giuridico, della questione, però permetteteci di fare una riflessione dissociata da ogni colore o orientamento politico: la diffusione del virus anche tra i più giovani, il ritorno tra i banchi di scuola, la prevenzione diffusa, dovrebbero essere argomenti che non dovrebbero mai essere usati per dimostrare quale politico ha più o meno ragione rispetto ad un “collega” dello schieramento opposto.

La questione scuola, ormai al centro di quotidiane polemiche, alcune delle quali sterili, sembra quasi essere diventata il “tallone d’Achille” di questo Governo. Ma al di là di questa breve considerazione, nell’attesa che il Giudice Amministrativo si pronunci sulla questione e nel merito, non ci resta che sperare, intanto, che prima ancora che bambini e ragazzi escano di casa per recarsi presso gli istituiti scolastici, vengano monitorati col controllo della temperatura. Se questa buona e sensata soluzione verrà subito adoperata diventando abitudine, si scongiurerebbe, o diminuirebbe, il pericolo di contagio a cui sono esposti gli studenti durante il percorso casa-scuola. Ogni ulteriore e sollecitata accortezza, più o meno discutibile da un punto di vista squisitamente conducente, diventerebbe, così, un modo come un altro rendere l’ambiente scuola più sicuro per tutti.

Cosa ci auguriamo, allora? Che le battaglie “squisitamente” politiche sulla salute dei nostri bambini trovino una risoluzione pacifica, matura e definitiva.


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