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L'epidemia può costare cara a Bolsonaro ma la poltrona non traballa

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Negazionismo, bagni di folla, dichiarazioni fantasiose e provocatorie, una gaffe dietro l’altra: è questo il marchio di fabbrica del presidente brasiliano di estrema destra, Jair Bolsonaro, nella gestione della pandemia che ne ha fatto uno dei leader più criticati al mondo. A prendere le distanze dalla sua controversa gestione della crisi sanitaria sono in modo crescente i brasiliani, che ne stanno pagando il prezzo piu’ alto, ma anche molti osservatori stranieri.

“Incoraggiando i suoi sostenitori a disprezzare i lockdown decretati dai governatori e indebolendo i suoi stessi ministri (sono stati sostituiti i due titolari della Salute, ndr), Bolsonaro è responsabile della risposta caotica che ha reso l’epidemia fuori controllo”, ha scritto il Financial Times. “Di conseguenza i danni alla salute e all’economia patiti dal Brasile saranno più duri e profondi di quanto avrebbero dovuto essere”, ha sottolineato Gideon Rachman, principale commentatore per gli affari esteri del quotidiano della City. Il Brasile è ormai salito sul secondo gradino del podio della triste classifica dei Paesi più colpiti dal virus, dietro solo agli Usa per il numero di contagi, 274.898, e con un numero totale delle vittime ufficiali di 23.473, ma si teme che i numeri reali siano molto superiori.

Nel suo editoriale sul caos Bolsonaro, il giornalista cita un’osservazione fatta da un’amica che lavora nell’alta finanza durante il suo ultimo viaggio in Brasile, nel 2019. “Trump e Bolsonaro sono molto simili, ma Bolsonaro è molto piu’ ottuso. Mentre Trump ha già gestito un impero, Bolsonaro non lo ha fatto quando era capitano dell’esercito”, aveva valutato la fonte di Rachman.

Nell’analisi del FT, il commentatore evidenzia i “guai politici” nei quali si trova il presidente brasiliano: la sua popolarità è scesa sotto il 40% – secondo alcuni sondaggi sarebbe ancora al 39% – mentre il 58% della popolazione disapprova la sua gestione della pandemia.

Ha perso consensi persino tra i conservatori e potrebbe anche trovarsi nei guai giudiziari dopo la diffusione di un imbarazzante video nel quale Bolsonaro riconosce le sue interferenze con le indagini della polizia per proteggere la sua famiglia.

Il rischio sulla sua testa è quello di un impeachment, un processo in realtà più politico che legale, lo stesso che nel 2016 ha causato la destituzione dell’allora presidente Dilma Rousseff. Ma, rispetto a Rousseff, fa notare Rachman, Bolsonaro avrebbe più carte in mano da giocarsi per salvare la poltrona, nonostante o proprio grazie alla drammatica situazione sanitaria del Paese e alle prospettive di una recessione economica.

Secondo il professor Oliver Stuenkel, della Getulio Vargas Fondation a San Paolo, il fatto che il presidente brasiliano abbia preso le distanze dalle misure di isolamento sociale, dal forte impatto economico, potrebbe aiutarlo politicamente. Inoltre da buon populista gioca sulle divisioni politiche e sociali oltre ad esasperare, con la sua leadership, il bilancio umano della pandemia e le sue conseguenze, a cominciare dalla disoccupazione.

E in un Brasile polarizzato come non mai, pare poco plausibile che si scateni una crisi politica nel mezzo della pandemia. “In modo perverso, un disastro sanitario ed economico potrebbe creare un contesto ancora più favorevole a politiche della paura e dell’irragionevolezza” ha concluso Rachman.

Secondo ‘Foreign Policy’, anche se calano i consensi popolari, difficilmente Bolsonaro rischia l’impeachment: di recente ha stretto un’alleanza con il blocco centrista (Centrao), che detiene il 40% dei seggi alla camera bassa del Congresso, che quindi lo proteggerà, come avvenne con il suo predecessore, Michel Temer. Tuttavia tale supporto potrebbe ‘saltare’ se Bolsonaro dovesse continuare a perdere punti nell’opinione pubblica. 

Vedi: L'epidemia può costare cara a Bolsonaro ma la poltrona non traballa
Fonte: estero agi


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