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Finocchiaro (pres. Confedercontribuenti): bonus edilizi al 90%? Uno schiaffo ai contribuenti onesti

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Il 99% delle aziende ha lavorato per creare e sviluppo e ricchezza, trainando la ripresa dell’economia italiana, togliendo i costi impropri agli ammortizzatori sociali, preferendo invece fare lavorare la gente.

Di Redazione

Un Decreto aiuti che lascia l’amaro in bocca a tanti, in particolare coloro che hanno investito nei bonus edilizi.

«La copertura al 110% – ha detto Meloni – ha deresponsabilizzato chi la usava: se uno non era chiamato a contribuire non si chiedeva se prezzo fosse congruo. Questo ha portato distorsione sul mercato a beneficio prevalentemente dei redditi medio alti».

Sul Superbonus Meloni ha puntualizzato: «Voglio dire che nasceva meritoriamente come misura per aiutare l’economia ma il modo in cui è stata realizzata ha creato molti problemi. Chi diceva che si poteva gratuitamente ristrutturare il proprio condominio ricordo che costava allo stato 60 mld, con un buco di 38, diciamo che il concetto di gratuità è bizzarro. Ecco perché «abbiamo scelto di intervenire e si passa al 90%, salvo per chi ha già deliberato a oggi l’intervento e presentato entro il 25 novembre la nota di inizio lavori. Ma con i risparmi abbiamo deciso di riaprire alle unifamiliari, a patto che si tratti di prima casa e redditi medio bassi».

Non solo. «Abbiamo introdotto un principio sui redditi medio bassi che saranno calcolati non in base al tradizionale Isee ma in base alla composizione del nucleo familiare, in questa norma c’è un primo accenno di quoziente familiare» ha spiegato ancora Meloni.

Di parere opposto Giuseppe Conti del M5S Sul Superbonus il Governo cambia le regole in corsa e rompe il patto con famiglie e imprese, danneggiando chi aveva già programmato investimenti. Non solo agisce in perfetta linea di continuità con il Governo Draghi, quanto piuttosto rafforza il boicottaggio di questa misura.

Contraria a modifiche sul Superbonus anche la filiera dei costruttori, che aveva già chiesto la proroga di sei mesi del Superbonus e poi rimodulazione dell’incentivo, ma accompagnata da ulteriori forme di sostegno e finanziamento. Una proposta ragionevole con una ripercussione positiva che riguarderebbe chi è riuscito a completare il 30% dei lavori sulle unifamiliari entro il 30 settembre 2022. Questi committenti potrebbero usufruire del Superbonus 110% per le spese sostenute fino al 30 giugno 2023. Adesso, invece, chi ha superato lo scoglio sa che potrà ottenere il Superbonus 110% solo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 e che potrà richiedere i bonus edilizi ordinari per le spese sostenute successivamente. Provvedimento che avrebbe tutelato anche i condomini.

A questo aggiungiamo la speculazione che lo Stato non riesce a contrastare. Le reazioni alla sospensione del servizio di acquisto di nuovi crediti fiscali da parte di Poste Italiane e Intesa Sanpaolo non si sono fatte attendere. E quella che viene fuori è una sempre maggiore insofferenza – assolutamente motivata – all’assenza di risposte e di iniziative concrete per risolvere la situazione.

Il presidente dell’ANCE, Federica Brancaccio, che parla di “speculazione pazzesca. Stiamo chiedendo da tempo lo sblocco di Cdp e Poste e di tutte le partecipate pubbliche, per dare un segnale di fiducia e per rimettere in moto il mercato”. Brancaccio denuncia come gli acquisti attualmente avvengano a percentuali bassissime, sfruttando la disperazione delle imprese: se prima il credito al 110% veniva acquistato in media al 102%, ora si arriva anche all’85%. “Chi compra specula. Serve un segnale, senza il quale si fanno saltare migliaia di imprese”.

Continua Brancaccio: “Le banche affermano di aver esaurito la capacità fiscale, ma Poste, Cdp e le altre partecipate non hanno questo problema. Nonostante abbiano la capacità, non comprano. Si tratta di un problema grave. Dicano chiaramente se vogliono distruggere la misura”.

A difesa dei bonus edilizi, scende in campo anche la Confedercontribuenti.

“I Bonus per l’edilizia sono stati una importante opportunità di crescita e sviluppo per il nostro Paese, – dichiara il Presidente, Carmelo Finocchiaro -. La volontà di voler ridimensionare tali strumenti che si sono rivelati delle vere e proprie opportunità di crescita economica, ammodernamento ed efficientamento energetico del Paese, preoccupa cittadini, lavoratori e imprese.

«I Bonus sono stati l’unica opportunità di crescita e di sviluppo per il nostro Paese, – continua Finocchiaro -. Lo dimostra il Pil dell’edilizia registrato al +7,5% e siamo ancora in fase di incremento. Ma stranamente la politica tende a ridimensionarlo pur essendo stato uno strumento che ha creato 650mila nuovi posti di lavoro; che sta facendo lavorare 60mila imprese in tutto il Paese e sta equilibrando tutto il sistema dell’edilizia e della filiera. L’obiettivo più importante che si sta raggiungendo con questi strumenti è che si stanno mettendo a norma in materia di risparmio energetico e di sisma bonus migliaia di condomini, centinaia di singole abitazioni. Rasenta l’incredibile – commenta ancora Finocchiaro- il fatto che la politica voglia ridimensionare uno strumento importante sulla base della scoperta di alcune truffe».

Confedercontribuenti ritiene che debbano essere colpiti e denunciati cittadini e aziende che hanno messo in atto le truffe ma non tutto il comparto

Il 99% delle aziende ha lavorato per creare e sviluppo e ricchezza, trainando la ripresa dell’economia italiana, togliendo i costi impropri agli ammortizzatori sociali, preferendo invece fare lavorare la gente. Ancora una volta stiamo assistendo in questi giorni alla chiusura della cessione del Credito anche di Poste Italiane, di una struttura che è di fatto partecipata allo Stato, e vediamo come centinaia di migliaia di famiglie sono di nuovo in difficoltà. Questo è drammatico, ed è una vergogna nazionale mettere uno stop in un momento in cui si voleva creare sviluppo. Si cambi il passo. Il Governo dimostri di non volersi adeguare alle logiche del Governo precedente che ha tanto criticato stando all’opposizione”, conclude Finocchiaro