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Dopo il fallimento di Hanoi, Kim ricomincia a costruire basi missilistiche​

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Foto satellitari hanno mostrato che la Corea del Nord sta ricostruendo una base missilistica che aveva cominciato a smantellare nel 2018 in un’apparente sfida agli Usa dopo il mancato accordo al vertice di Hanoi. Le immagini risalgono a sabato scorso, tre giorni dopo il summit in Vietnam, concluso senza accordo, tra il presidente Usa, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, e mostrano che si è ricominciato a costruire strutture nella piattaforma di lancio nella base di Sohae.

Lo scorso anno, subito dopo il primo incontro a Singapore tra Kim e Trump, Pyongyang aveva annunciato che la base sarebbe stata distrutta e l’annuncio era stato interpretato come un segno della disponibilità di Kim a far avanzare la denuclearizzazione. Nei mesi successivi nella base non erano stati notati movimenti.

Un gesto di sfida

Il ripristino dei lavori al sito di lancio è emerso dalle immagini satellitari pubblicate da due think tank specializzati e dalle testimonianze dei servizi di intelligence sud-coreani in Parlamento a Seul: i tecnici starebbero ricostruendo un tetto e una porta al centro di Sohae, che adopera la stessa tecnologia utilizzata per il lancio di missili a lungo raggio vietata dalle risoluzioni delle Nazioni Unite. Nella zona si vedono anche gru, veicoli e macchinari vari. Secondo gli analisti di 38 North, portale specializzato sulla Corea del Nord, i lavori sono cominciati in un periodo compreso tra il 16 febbraio e il 2 marzo scorso.

In realtà il regime sa perfettamente che i satelliti di intelligence e commerciali, quelli che hanno scattato le immagini, vigilano ogni movimento nelle sue installazioni militari e utilizza questo monitoraggio a suo favore. Secondo gli esperti del Center for Strategic and International Studies (Csis), la ripresa di attività può indicare che Pyongyang vuole “mostrare risolutezza di fronte al rifiuto statunitense alle richieste nordcoreane per revocare cinque sanzioni del Consiglio di Sicurezza messe in atto tra il 2016 e il 2017”.

Il sito di Sohae, conclude il Csis, era inattivo dall’agosto scorso e la recente attività nella struttura viene giudicata “deliberata e intenzionale”. Molti si chiedono ancora se il dialogo si fermerà dopo Hanoi: in attesa di vedere cosa farà Washington, Seul tace nonostante l’intelligence martedì abbia riferito in Parlamento dei movimenti a Sohae. Intanto Pyongyang sembra voler rompere l’impasse, tornando su una linea minacciosa. 

Vedi: Dopo il fallimento di Hanoi, Kim ricomincia a costruire basi missilistiche​
Fonte: estero agi


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