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Decreto aiuti: proroga di un mese per le accise sui carburanti

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Il taglio delle accise di 30,5 centesimi di euro ogni litro di benzina e gasolio e in misura inferiore sul GPL è stato prorogato al 20 settembre. Il prezzo alla pompa di benzina, diesel e GPL è dato dalla somma di tre componenti: il costo netto del carburante + la accisa fissa + l’IVA al 22% calcolata su netto e accisa. Un costo eccessivo e non sempre giustificabile

di redazione

Risorse per 900 milioni per prorogare di un altro mese il taglio delle accise di 30,5 centesimi di euro ogni litro di benzina e gasolio e in misura inferiore sul GPL.

La misura che scade il 21 agosto, è stata prorogata al 20 settembre.

Il prezzo alla pompa di benzina, diesel e GPL è dato dalla somma di tre componenti: il costo netto del carburante + la accisa fissa + l’IVA al 22% calcolata su netto e accisa. Un costo eccessivo e non sempre giustificabile.

In Italia il governo dimissionario di Mario Draghi sta cercando di calmierare almeno un po’ le tariffe del carburante, che per la prima volta ha riguardato anche il metano.

A fronte delle speculazioni che si sono registrati nei mesi scorsi, il decreto prevede un rigido monitoraggio anti-speculazioni alla pompa del Garante che potrà avvalersi della Guardia di Finanza.

Come sappiamo, però, il taglio delle accise non è una misura strutturale ma temporanea. Per questo, diverse forze politiche avevano chiesto di porre un tetto al prezzo della benzina e diesel per due mesi. Purtroppo, in rincari non si fermano. A pagarne le conseguenze, contribuenti, pendolari, le attività produttive, commerciali e artigianali, piccole e medie imprese e famiglie al collasso, Abbiamo imboccato una strada di non ritorno, nonostante gli sforzi del Governo che sembrano essere non sufficienti.

Ma se l’Italia piange, anche il resto dell’Europa non ride.

In cima alla graduatoria sul caro carburanti c’è la Norvegia con un prezzo medio di 2,59 euro al litro. Seguono Danimarca (2,55 euro), Finlandia (2,54) e Islanda (2,49) a testimonianza che il caro-carburanti è molto sentito anche nel Nord Europa, inclusi i Paesi baltici. Il Paese dove la benzina costa di più tra quelli con un reddito pro capite più simile a quello italiano è la Grecia, con un prezzo medio di 2,40 euro al litro. Ai primi posti per il carburante meno caro la Slovenia 1,560 euro al litro; Ucraina 1,634; Montenegro 1,640. L’Italia si trovava in diciannovesima, secondo un’indagine della “Globalpetrolprinces’.