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Confedercontribuenti sulla decontribuzione delle assunzioni: giusto aiutare le donne, ma senza discriminare i maschi

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di Giulio Pappa

Con la legge di bilancio 2021 sono stati stanziati circa 26 miliardi di euro per ridurre la pressione fiscale e contributiva a beneficio delle categorie più sfavorite dalla crisi come i giovani (under 35) e le donne. Riguardo alle assunzioni delle donne, la legge di bilancio prevede un esonero al 100% da applicare ai contratti a tempo indeterminato stipulati dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2022, e anche alle trasformazioni dei contratti a tempo determinato in indeterminato. Il tetto massimo del contributo annuo è fissato a 6000 euro, senza nessun prerequisito per le aziende o i lavoratori.

L’esonero totale è previsto per:

– donne che abbiano compiuto almeno 50 anni e che non lavorino da oltre dodici mesi, a prescindere da dove siano residenti;

– donne di qualsiasi età che sono prive di impiego da almeno sei mesi e che abbiano svolto una professione in cui è presente una forte disparitàoccupazionale di genere per il 2021, queste occupazioni sono individuate dal Decreto Ministeriale del 16 Ottobre 2020;

– donne di qualsiasi età, ovunque residenti e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi.

Se la direzione intrapresa dal governo, quella di favorire le categorie più deboli, come le donne, la riteniamo sia giusta, non possiamo affermare altrettanto per le modalità.

Prima di tutto servirebbero maggiori fondi in rapporto alle necessità dell’intero paese. Non solo. La tassazione differenziata per genere determinerà certamente nella scelta delle aziende una preferenza per le donne rispetto agli uomini, visto che le donne beneficeranno della decontribuzione di 6000 euro annui. Ma così le donne saranno realmente incentivate al lavoro?

Ciò inoltre potrebbe significare che molti padri di famiglia troveranno maggiori difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione, specialmente in questo periodo di crisi pandemica. Lo Stato ha il compito di eliminare gli ostacoli ad un’effettiva parità tra uomini e donne, anche per l’ingresso nel mondo del lavoro, ma ciò non può, non deve comportare l’effetto contrario, ed egualmente ingiusto, di una discriminazione dei cittadini di sesso maschile. Confedercontribuenti chiede al governo di eliminare subito questa stortura.


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