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CIVILTA’ ALLO SBARAGLIO.

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Un grave pericolo per il Pianeta.
Sono parecchi i ciarlatani da fiera, gli inutili parolai, gli inqualificabili perditempo delle varie reti di social network, gli ingordi consumatori di “minuti smartphone” che, in uno ai molti farisei vanagloriosi e formalisti della galassia politico-istituzionale, contribuiscono in gran misura a formare un deteriorato quadro d’insieme dell’ambiente sociale globale.
L’ingordigia, la furbizia, la corruzione, il falso perbenismo, la rinuncia a perseguire seri principi di risanamento morale della società e di rilancio dei valori comportamentali dei singoli, rappresentano per altro verso la friabile base su cui è costruito il tempio della controversa e irrefrenabile tendenza consumistica.
Una sorta di pericolosa curva esponenziale volta a privilegiare il fatuo e caduco mondo dell’apparenza, rispetto ai sani pur se maltrattati valori della esistenza e della convivenza.
L’esagerata corsa verso l’economia dei “consumi” (anche per effetto della insulsa pubblicità, spesso ingannevole) e la frenesia dell’arricchimento è divenuta una sorta di religione che coinvolge, sinergicamente, la gran massa della società, anche di quella parte non certo considerabile “abbiente”.
I pochi idealisti rimasti in lizza, assertori di un più equilibrato sviluppo compatibile, su cui dovrebbe essere fondata la futura civiltà umana, sono soverchiati dalle orde devastatrici degli arroganti e nefasti detentori del potere (politico, finanziario, economico, chiesastico, per non dire di quello malavitoso) che hanno nel dio denaro, nell’affarismo, nella sfarzosa ostentazione di una più o meno estorta ricchezza, i loro idoli.
Abiurata o distorta ogni fede nei valori collettivi ed emarginata l’inalienabile regola del rispetto per i propri simili e per la natura, la insostituibile fonte della esistenza corre il rischio di impoverirsi e di inaridirsi.
L’uomo è oggi lanciato, così, verso un incerto futuro in cui, probabilmente, i valori dell’essere andranno sempre più a rarefarsi se non proprio a perdersi.
A fronte dell’inarrestabile inquinamento terraqueo e atmosferico, compaiono già all’orizzonte gli spettri della sempre maggiore invivibilità di estese aree del Pianeta, della fame e della sete ormai di casa anche fra i popoli che si vantano d’essere “progrediti” e “civili”. L’accentuata penuria di materie prime e di alimenti di base, la povertà che dilaga e coinvolge miliardi di uomini, hanno un effetto patogeno ancora più preoccupante della pandemia appena lasciata alle spalle.
Tutto ciò con buona pace dei molti pontefici in cattedra – veri o falsi, laici o religiosi, non ha importanza – che ritengono di potere seguitare ad irretire e dominare l’umanità con tossiche chiacchiere dottrinarie o politiche, con incongrue promesse, con velleità egemoniche.
Il disastro della Ucraina è la prova provata della imperante crudeltà che domina i comportamenti dell’ex “homo sapiens” divenuto per i propri simili una autentica belva , un “homo hominis lupus” (ogni uomo è lupo per altri uomini).
Senza dire di quei piccoli, grandi o improvvisati tiranni – pur se talvolta ammantati con vestimenti di taglio pseudo democratico – che spregevolmente ricorrono all’uso della forza per imporre i loro tornacontistici piani di ottenimento di un sempre più consistente potere territoriale, finanziario ed economico.
Sono personaggi che, viepiù, vivono da nababbi – con il denaro ottenuto dal popolo dei contribuenti onesti – in sontuosi palazzi istituzionali, attorniati da una mercenaria folla di ingordi cortigiani, da folte e inamidate schiere di uomini-robot in divisa o senza divisa, da insensibili burocrati d’alto rango.
Personaggi che operano, oltretutto, fra sfarzi e sciupii degni delle più nefaste casate monarchiche e imperialiste d’altri tempi o delle ingorde dinastie dei Sultani ed Emiri di un certo ambiente medio orientale che furfantescamente e spregiudicatamente sfruttano la natura, navigando su un mare di inquinanti idrocarburi trasformati in una tossica miscela di mefitici petrodollari e di significative ingerenze nell’alta finanza mondiale.
La coercizione, la prepotenza, la repressione armata, i conflitti strumentali, il ricatto economico, sono i diabolici mezzi generalmente impiegati nell’ambito delle strutture istituzionali di parecchie discutibili “Nazioni civili” (che “civili” spesso non sono) per ottenere che il potere vada in mano ad autentici despoti i quali, con le loro decisioni talvolta del tutto insensate, compromettono le future sorti del Pianeta e pongono a rischio l’avvenire delle nuove generazioni.
E’ chiaro che, perdurando gli odierni sistemi di malgoverno globale, il muro di fragile argilla che qualcuno tenta di ergere a difesa del già disastrato ecosistema ambientale è probabilmente destinato ad andare in frantumi, magari determinando uno spaventoso tschunami capace di travolgere l’umanità intera.