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Carta degli investimenti sostenibili. Ecco le linee guida di Banca d’Italia

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Fuori armi e tabacco, ma anche chi non rispetta le convenzioni fondamentali dell’organizzazione internazionale del lavoro

di Corrado Piluccio

Banca d’Italia, tenendo conto che nei prossimi anni i rischi climatici potrebbero avere effetti negativi sulla solidità dei singoli intermediari e sulla stabilità dell’intero sistema finanziario, ha deciso di intervenire nelle sue strategie di investimento puntando sulla finanza sostenibile. Nel documento si legge che la Banca “accoglie la definizione di sviluppo sostenibile inteso come modello di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.

La carta degli investimenti sostenibili si focalizza in particolare su tre impegni: 1.La sostenibilità a lungo termine. 2. L’integrazione dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance). 3. L’elaborazione di pubbliche informazioni

Nel documento si legge che verranno esclusi dagli investimenti alcuni operatori, come ad esempio i produttori di armi e tabacco o coloro che non rispetteranno le convenzioni fondamentali dell’organizzazione internazionale sul lavoro, mentre verranno premiate le società che saranno attente all’utilizzo responsabile delle risorse naturali, che manterranno adeguate condizioni di sicurezza e genereranno reddito nel rispetto di principi etici e delle migliori pratiche di governo societario. Banca d’Italia proverà inoltre a colmare le lacune nei dati, incoraggiando le iniziative per la produzione, diffusione e trasparenza delle informazioni sulla sostenibilità da parte degli operatori del sistema finanziario, provando anche ad intensificare la comunicazione dei risultati raggiunti nella gestione dei propri investimenti e degli effetti prodotti per la società e l’ambiente. Nella carta si esplicita anche la volontà di voler diffondere la cultura della finanza sostenibile non solo nel sistema finanziario, ma anche tra i cittadini.

La principale critica al documento in questione richiama la mancata esclusione delle società legate all’industria dei combustibili fossili. Probabilmente l’idea è di premiare il percorso delle aziende nell’adeguarsi alla transizione ecologica piuttosto che di netta esclusione, ma ovviamente non si può scartare l’ipotesi che nei prossimi anni possano essere fatte delle modifiche che porteranno all’esclusione anche delle società operanti in questo settore. A far ben sperare per il futuro c’è che gli impegni recenti presi da Banca d’Italia sul fronte finanza sostenibile hanno già portato i suoi frutti; difatti dal 2018 ad oggi si sono ottenuti risultati sia in merito alla diminuzione di CO2 che al risparmio di energia.