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Brexit, la lunga notte di Theresa May a Westminster

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E’ arrivato il giorno che decide le sorti della Brexit e probabilmente anche quelle di Theresa May: il futuro della premier sembra infatti legato a doppio filo all’esito del voto della Camera dei Comuni britannica, che deciderà se dare il via libera all’accordo di uscita, negoziato dalla premier con l’Ue.

Salvo sorprese dell’ultima ora, i deputati stasera bocceranno l’intesa e, secondo quanto fatto trapelare da fonti di Dowing Street, se la sconfitta sarà pesante, May si farà da parte. Ipotesi poi esclusa dal portavoce della premier, secondo il quale May è “determinata a realizzare il desiderio espresso dal popolo britannico” nel referendum del 2016.

L’escamotage dell’ultim’ora

Nelle ultime ore l’Ue ha aperto ad una proroga dell’articolo 50. Per questo, “serve una richiesta del Regno Unito e l’unanimità dei 27”, “da parte degli Stati membri non ci saranno grossi ostacoli a una proroga”, hanno spiegato fonti da Bruxelles. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha detto che se l’accordo sarà bocciato, potrebbero esserci nuovi negoziati con l’Ue, ma senza cambiamenti di sostanza.

Leggi anche: Prove tecniche di No Deal

Nell’ipotesi più remota di un voto favorevole della Camera, la Brexit entrerà in vigore il 29 marzo a mezzanotte: dopo quel momento, inizieranno i negoziati tra Londra e Bruxelles sulle future relazioni commerciali, dopo un periodo di transizione che dovrebbe durare fino alla fine del 2020.

La sconfitta quasi certa di Theresa May

Ma tutto lascia pensare che May perderà il voto, visto che oltre 100 deputati Tory e i 10 alleati del Partito democratico unionista nordirlandese (Dup) hanno anticipato il loro ‘no’, perché non soddisfatti dal ‘backstop’, la clausola per evitare il ritorno della frontiera tra Irlanda e Irlanda del Nord e che dovrebbe scattare dopo il periodo transitorio se non sarà trovata un’altra soluzione.

La sconfitta potrebbe essere più pesante del previsto. Secondo il conservatore ‘Telegraph’, i ministri si attendono che May presenti le dimissioni se più di cento deputati conservatori (dei 318) voteranno contro. “Se perde per più di cento voti e capisce che non c’è modo di convincere i conservatori piu’ riottosi a cambiare opinione, sarebbe abbastanza disastroso per la premier e anche difficile che possa andare avanti”, ha detto una fonte del governo.

Che succede se May perde

May, che in questi giorni ha fatto di tutto per convincere i deputati ripetendo che una mancata attuazione della Brexit è uno scenario più probabile di un no deal, stamane ha presieduto una riunione del governo, prima che i Comuni riprendano il dibattito. La premier chiuderà il dibattito con un discorso e, se sconfitta, ci si attende che parli al Paese.

Poi avrebbe tre giorni di tempo – di fatto fino a lunedì – per presentare un piano B. Ma il Partito Laburista, guidato da Jeremy Corbyn, potrebbe presentare una mozione di sfiducia contro il governo: se passasse, si andrebbe a elezioni. 

Vedi: Brexit, la lunga notte di Theresa May a Westminster
Fonte: estero agi


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