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'Bandidu', la vita di Graziano Mesina in una serie tv

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AGI  La vita di Graziano Mesina,  79 anni, arrestato con un blitz dei carabinieri dei Ros nella notte tra il 17 e il 18 dicembre scorsi, diventerà una serie tv da dodici episodi. Il progetto, che al momento si intitola ‘Bandidu’, è stato scritto e ideato dai fratelli Matteo e Giulia Magda Martinez, e dalla scrittrice Barbara Alberti con la produzione di Kavac film e Tenderstories.

La serie, che si girerà nella seconda metà del 2022 tra la Sardegna e Milano, secondo quanto annunciato dai produttori, ripercorrerà la vita dell’ex primula rossa del Supramonte fin dall’infanzia, passando per i primi reati giovanili, le vicende legate al banditismo, la latitanza nel nord Italia, la mediazione nel sequestro Kassam. Fino all’epilogo degli ultimi anni, con l’apparente redenzione, la revoca della grazia e l’ultima fuga.

“Una vita che ne vale dieci”

“Credo che ventidue fughe riuscite da parte di una sola persona siano un record mondiale: abbiamo fatto alcune ricerche in merito e non abbiamo trovato niente di simile”, dice, scherzando, all’AGI Matteo Martinez, sceneggiatore e regista che nello scrivere la serie ha potuto attingere ai suoi ricordi personali: lui, Graziano Mesina l’ha conosciuto nell’adolescenza e ritrovato in più occasioni.

“La scintilla per iniziare a scrivere è partita proprio dalla memoria del primo incontro che ebbi con Mesina, nel corso di una conferenza organizzata da mio padre (il regista Filippo Martinez, ndr). Avevo tredici anni, in quell’occasione parlò di libertà. Aveva degli occhi penetranti e un carisma palpabile. Caratteristiche che ritrovai anche negli incontri successivi. Ciò che colpiva di lui è che i suoi racconti, che non dubito fossero veri, erano talmente rocamboleschi da sembrare già di per sé usciti da una sceneggiatura”.

Da lì la curiosità di Martinez di acquisire sempre più informazioni attraverso libri e documenti, che lo hanno portato a scoprire una vita “che ne vale dieci, nel bene e nel male”.

“L’archetipo del fuorilegge”

 “Ha una storia originalissima, ricca di suspense, azione, colpi di scena, ma allo stesso tempo è l’archetipo del fuorilegge che si ribella alle ingiustizie”, precisa all’AGI Giulia Magda Martinez, co-sceneggiatrice e regista (il suo cortometraggio ‘L’ultimo fascista’ del 2020 ha fatto incetta di premi nel circuito festivaliero). “Ma in ‘Bandidu’ c’è anche una storia di riscatto sociale, di un popolo abbandonato dalle istituzioni che vede nello Stato e nella polizia una minaccia più che un aiuto”.

Anche la terza co-sceneggiatrice, la scrittrice Barbara Alberti, ha conosciuto personalmente Graziano Mesina negli anni in cui, concessagli la grazia dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, si era trasformato in guida turistica, dopo il 2004.

L’infanzia in simbiosi col Supramonte

“L’idea della serie eè scaturita quando l’estate scorsa abbiamo sentito che Mesina si era di nuovo dato alla fuga: l’ennesimo capitolo di un eroe nel senso proppiano del termine”. Alberti definisce Mesina “un uomo di grande intelligenza e compostezza“, dotato di un naturale istinto di sopravvivenza grazie alla vita trascorsa fin dall’infanzia in simbiosi con il Supramonte: “Un bambino solo tra quelle montagne a guardare il bestiame, con un coltello e una borraccia piena di neve, costretto ad affinare tutti i sensi per restare vivo, non può che sviluppare un autentico superpotere”.

Le caratteristiche del personaggio hanno portato gli autori della serie a puntare a una distribuzione sul mercato internazionale: “Si tratta di una storia che si sviluppa da una situazione iniziale di grande abbandono sociale, condizione riconoscibile ovunque”.

Spiega Giulia Magda Martinez. “Raccontiamo la vita di un personaggio universale con fondamenti molto umani”. Ma non si tratterà in alcun modo di un’agiografia, percheé, come spiega Barbara Alberti, “Mesina è un bandito, ha certamente sbagliato“.

“Useremo il giusto distacco nella ricostruzione degli eventi”, assicura la scrittrice. “Ma con Magda Giulia e Matteo Martinez non abbiamo potuto fare a meno di scrivere la straordinaria sorte di un uomo”. Una sorte talmente fuori dal comune che gli stessi sceneggiatori ancora non sanno come si concluderà: “Noi chiudiamo dicendo che è stato arrestato nel carcere di Nuoro. E nella riga sotto aggiungiamo: ‘Per ora’“. 

Source: agi


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