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Autonomia differenziata? No, grazie!

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Finocchiaro “La Meloni ha dato il via libera alla spaccatura dell’Italia. Votano l’autonomia differenziata. Fanno i nazionalisti con gli immigrati e spaccano l’Italia degli italiani. Votano la distribuzione della solidarietà fra italiani. Sud sempre più povero”.

di Ettore Minniti

 

L’autonomia regionale differenziata a prosegue il suo iter nell’indifferenza generale. Nessuno ne parla; silenzio assordante da parte dei media, dei partiti, della società civile. Così i cittadini si accorgeranno delle conseguenze solo dopo il punto di non ritorno dell’approvazione: regioni ricche del nord che potranno trattenere fino a nove decimi del proprio gettito fiscale per spenderlo nei propri territori, e che avranno competenze, come già per la sanità, per altre materie importantissime finora esclusiva dello Stato: tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; tutela della salute; istruzione; tutela del lavoro; rapporti internazionali e con l’Unione europea.

Senza un dibattito pubblico, che pure sarebbe indispensabile e auspicabile, approfondito, scevro da contrapposizioni precostituite; ma questa autonomia, così come è stata concepita, violerà il patto di solidarietà della nostra Costituzione e aumenterà ulteriormente le disuguaglianze.

Il Paese già vive una palpabile disuguaglianza e questo provvedimento normativo appare ai più solo uno slogan elettorale per arraffare qualcosa per il proprio corpo elettorale, distruggendo quel patto nazionale che fino a oggi era chiamato a rispondere alle disuguaglianze sociali, a vigilare sul nostro patrimonio collettivo – i beni culturali e l’ambiente – a garantire i diritti dei cittadini, gli stessi, per tutti.

Il governo Meloni valutando il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, presentato dal leghista Roberto Calderoli, ci spiega Carmelo Finocchiaro, presidente della Confedercontribuenti, aumenta il divario tra Nord e Sud. La Meloni ha dato il via libera alla spaccatura dell’Italia. Votano l’autonomia differenziata. Fanno i nazionalisti con gli immigrati e spaccano l’Italia degli italiani. Votano la distribuzione della solidarietà fra italiani. Sud sempre più povero. La Meloni dice signor si a Calderoli e Salvini. Vergogna si sono dimostrati distruttori della solidarietà fra italiani

Chi è a favore dell’autonomia differenziata, sostiene che trattenere la gran parte del gettito fiscale si traduca automaticamente in una maggiore efficienza nella fornitura di servizi per i propri cittadini.

I contrari invece, sostengono come l’autonomia differenziata comporti necessariamente una sottrazione di ingenti risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi e infrastrutture logistiche (come i trasporti, la distribuzione dell’energia, la sanità o l’istruzione), che per il loro ruolo nel funzionamento del sistema paese dovrebbero avere necessariamente una struttura unitaria e a dimensione nazionale.

Inoltre, molti spiegano che anche le regioni autonome sarebbero svantaggiate dal progetto.

Di questo parere Pino Aprile, giornalista e scrittore, che è stato tra i primi a sottolineare i rischi dell’autonomia differenziata.

L’Autonomia differenziata è il cavallo di Troia per spostare ulteriori risorse nazionali verso le regioni più ricche. Mentre prima andrebbero definiti, finanziati e realizzati i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, ma sanno che servirebbero almeno cento miliardi, come stimò Francesco Boccia. Non è un caso se da più di vent’anni non riescono neanche a fissare quali dovrebbero essere questi “livelli essenziali””.

Da anni Pino Aprile è la “testa d’ariete” di un fronte meridionalista che si batte contro l’iniquità territoriale nella spesa pubblica. Una presa di coscienza collettiva che coincide con la pubblicazione di un suo saggio, “Terroni”, divenuto best seller in pochi mesi, che ha l’ambizione di riscrivere la storia dell’Unità d’Italia, dal punto di vista del Sud: dei vinti.

L’autonomia differenziata accresce le differenze tra i cittadini di uno stesso Stato. I diritti vengono commisurati alla ricchezza territoriale e non alla cittadinanza”, come dargli torto!