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Meno tasse, ma lavorare di più: il manifesto di Macron contro i gilet gialli 

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Tasse più basse sul lavoro, eliminando le esenzioni fiscali per le imprese e riducendo la spesa pubblica; indicizzazione delle pensioni; abolizione della scuola delle elite, l’Ena; ma anche lavorare di più e più a lungo: è la ricetta del presidente francese Emmanuel Macron per rispondere alla rabbia dei Gilet gialli senza cambiare sostanzialmente la linea politica.

Alla vigilia dell’ennesimo sabato di proteste, il 24esimo, il presidente ha convocato all’Eliseo la stampa (oltre 230 giornalisti accreditati, un terzo dei quali stranieri): era la prima conferenza stampa del mandato, un evento assolutamente eccezionale per rispondere alle proteste che da novembre infiammano la Francia, sintetizzare le conclusioni del grande dibattito nazionale ma anche riprendersi la scena politica quando manca un mese alle elezioni europee.

Macron ha riconosciuto che i ‘gilet gialli‘ sono portatori di giuste pretese, ma ha invocato il ritorno dell’ordine. Tre mesi di ‘grande dibattito’, ha detto, hanno messo in luce un “profondo sentimento di ingiustizia fiscale, territoriale, sociale”, “punti ciechi” della società: di fronte a questo “senso di ingiustizia”, occorre “una risposta che metta le persone al centro del progetto”. Ma il presidente non vuole interrompere il cammino avviato: “Al contrario, le trasformazioni in corso e le trasformazioni che sono essenziali per il nostro Paese non devono essere fermate”.

Il capo dell’Eliseo stima in circa “5 miliardi di euro” il calo delle tasse sul reddito, anche se ha precisato che toccherà al governo “definire il quantum”. Per finanziare il taglio delle tasse occorrerà però lavorare di più: un sistema che incoraggi a “versare contributi per più tempo” e ritardi quindi l’uscita dal lavoro ma “su base volontaria” e con un meccanismo di incentivi.

Per quanto riguarda le pensioni, l’intenzione di Macron è che il minimo per le pensioni contributive sia al di sopra dei mille euro. Macron si è detto pronto ad “abbandonare” il suo piano di tagliare 120 mila funzionari pubblici (dei 5.5 mln), una della sue riforme più impopolari.

Quando alla patrimoniale, la tassa abolita subito dopo l’arrivo all’Eliseo nel 2017 per migliorare l’appeal del Paese, ha difeso la scelta (“Non è stato un regalo ai ricchi”) ma si è detto pronto a riesaminare la scelta nel 2020. Tra gli altri obiettivi elencati anche una riforma costituzionale che permetta un decentramento “differenziato”, la riduzione del numero dei parlamentari e l’introduzione di una percentuale di proporzionalità alla Camera.

Macron ha anche annunciato l’istituzione di un “consiglio di difesa ecologica” che riunirà i ministri dedicati alle “scelte strategiche” imposte dall'”emergenza climatica”. E si è detto favorevole alla soppressione della Scuola nazionale di amministrazione (Ena), considerata il vivaio del Paese, fucina di presidenti e ‘grand commis’ e dove lui stesso ha studiato.

Gran parte di queste proposte erano già emerse, quando il suo discorso originariamente programmato per lunedi’ 15 aprile fu annullato per via dell’incendio a Notre Dame. Se tutto questo possa bastare ai Gilet gialli, si vedrà sabato prossimo. 

Vedi: Meno tasse, ma lavorare di più: il manifesto di Macron contro i gilet gialli 
Fonte: estero agi


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