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Mattarella in Kenya: “Sul clima non c’è più tempo, serve l’impegno di tutti”

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Il Capo dello Stato all’università di Nairobi: “Non si può fuggire dalla realtà. Se vogliamo lasciare alle future generazioni un pianeta dove l’umanità possa vivere e prosperare, dovremo compiere tutti assieme progressi decisivi verso la transizione energetica”

AGI – “Non si può fuggire dalla realtà. La riduzione delle emissioni nei tempi e nelle modalità indicate dalla comunità scientifica costituisce un obbligo ineludibile, che riguarda tutti”. Lo ha detto Sergio Mattarella in una prolusione sui cambiamenti climatici all’università di Nairobi. “Non ci si può cullare nell’illusione di perseguire prima obiettivi di sviluppo economico per poi affrontare in un secondo momento le problematiche ambientali. Non avremo un ‘secondo tempo’”.

“Il continente africano è senza dubbio uno fra i più colpiti, pur avendo contribuito molto meno di altri all’attuale degrado della situazione” ha detto il presidente della Repubblica. “La tremenda siccità che ha reso aride vaste regioni del Corno d’Africa e del Kenya settentrionale, per l’eccezionale durata del fenomeno, assume oramai i contorni di preoccupante nuova normalità piuttosto che di sporadica emergenza. Sono a rischio i laghi, i fiumi, tradizionali veicoli e custodi di biodiversità e ambiti di collegamento tra i territori”.

E anche “il Mediterraneo – mare in cui insiste l’Italia e regione che custodisce un patrimonio fra i più significativi anche in termini di ricchezza socio-culturale, grazie alla sua caratteristica unica di crocevia di tre continenti – è uno dei luoghi maggiormente in pericolo”. “Quella della siccità è peraltro solo una fra le crisi climatiche – ha proseguito il Presidente Mattarella -. Secondo uno degli ultimi rapporti del Panel Internazionale sul Cambiamento Climatico, i ghiacciai sul monte Kenya rischiano di scomparire nel prossimo decennio, mentre quelli sul Monte Kilimanjaro potrebbero non resistere oltre il 2040. È un destino che queste magnifiche vette africane condividono purtroppo con quelle delle Alpi in Europa, dove già oggi la neve è molto meno frequente”.

“La brutale aggressione della Federazione Russa all’Ucraina sta riportando i rapporti internazionali indietro di ottant’anni, quasi che non ci sia stato, in questo arco di tempo, un mirabile progresso sul terreno della indipendenza, della libertà e della democrazia, della crescita civile di tante nazioni. Siamo cresciuti nella interdipendenza tra i nostri destini e gravissime sono le conseguenze degli atti della Federazione Russa sulla sicurezza alimentare, su quella energetica di tanti Paesi, sulla pace, anche nel continente africano, e nel Medio Oriente”.