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Mai più grattacieli a New York. Nel nome dell'ambiente

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Sostenibilità. Clima. Risparmio. Ambiente e sua tutela. Sono o dovrebbero essere le parole chiave o d’ordine del mondo moderno in questo Terzo millennio. Ce le ripetiamo ogni giorno, le leggiamo sui giornali e le sentiamo nelle chiacchiere da bar.

Mettendo in piedi simposi, meeting e marce per sostenere il tema. Ma poi, in concreto, cosa siamo disposti davvero a fare? E anche a rinunciare? Non così, in astratto, ma ciascuno nel proprio piccolo, per difendere la Terra che è l’unica risorsa che abbiamo?

Nel suo piccolo, il sindaco di New York, Bill De Blasio, è arrivato a formulare una proposta choc che mira a mettere al bando i gioielli della Grande Mela: i suoi grattacieli, in acciaio e vetro, che riflettono albe e tramonti, e che sono simbolo di modernità, futuro e che nello skyline della città sono la sua vera attrattiva, come racconta una corrispondenza de La Stampa di Torino nella sua edizione cartacea. Già, le “torri”. simbolo di potenza, forza e anche dello stile di vita Occidentale, al punto tale da esser diventate l’11 settembre 2001 il principale obiettivo d’attacco terroristico di al Qaeda, che ha provocato migliaia di morti con l’abbattimento delle sue “torri più alte”, le Twin Towers, le Torri Gemelle.

È il green new deal, bellezza

Splendidi e altissimi, però, i grattacieli sono al tempo stesso energivori, simbolo di spreco energetico e inquinamento, anche se non mancano esempi virtuosi come la Bank of America Tower, “da poco sorta davanti a Bryant Park, che ha pure ricevuto la massima certificazione di sosteniblità, la LEED Platinum” si legge. 2E che raccoglie persino la neve e l’acqua piovana per riciclarle poi negli scarichi dei bagni”.

Bene, ma secondo le nuove regole presentate nei giorni scorsi dal sindaco de Blasio nel suo “Green New Deal” anche un grattacielo come quello della Banca d’America non potrebbe più sorgere a Manhattan. L’obiettivo di De Blasio è combattere i cambiamenti climatici, pertanto per questo scopo è necessario “ridurre le emissioni di New York del 40% entro il 2030, e uno degli strumenti per arrivarci è vietare la costruzione di nuovi grattacieli in acciaio e vetro, in quanto sprecano troppa energia”.

L’opposizione all’attacco

Gli avversari di de Blasio sono partiti lancia in resta e a testa bassa, a cominciare dal tabloid New York Post di proprietà del tycoon Rupert Murdoch, magnate di giornali e tv, che hanno accusato il sindaco “di voler riportare la città all’età della pietra, di nome e di fatto”. E così è partita una campagna stampa durissima contro de Blasio e il tema imposto, che ha certo il plauso del presidente Usa Donald Trump, che non riconosce i cambiamenti climatici e la responsabilità degli esseri umani nell’alimentarli ed è di fatto pure proprietario e residente di uno di questi simboli: il grattacielo che porta il suo cognome, la Trump Tower sulla Quinta strada.

Insomma, chi d’ora in poi vorrà costruire nella Grande Mela dovrà attenersi a regole assai stringenti per l’approvazione delle nuove torri: o saranno veri e propri gioielli della sostenibilità ambientale oppure non dovranno più sorgere. Anche se è pur vero che per Manhattan costruire “in verticale” più che un vezzo è una necessità, per via dello spazio limitato essendo un’isola circondata dall’acqua.

Resta inevasa una domanda: cosa sarebbe o resterebbe di New York senza più i suoi grattacieli in vetro e acciaio? Sarebbe la stessa attrazione di sempre? Il dibattito è aperto e non durerà di certo poco tempo. Così come la polemica politica e la bassa speculazione. Ma la riflessione sul tema è quanto mai urgente. E una volta placata la polemica, “anche la mossa di de Blasio potrebbe diventare un incentivo a sviluppare nuove tecnologie sostenibili, rimettendo New York all’avanguardia dell’innovazione, come del resto era nello spirito originale dei suoi grattacieli” osserva il corrispondente del quotidiano torinese. Era all’inizio del secolo scorso, il Novecento. Secolo breve ma intenso. E progressivo.

Vedi: Mai più grattacieli a New York. Nel nome dell'ambiente
Fonte: estero agi


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