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L'Ue vuole chiedere conto alla Cina del disastro coronavirus

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Gelo tra Cina e Unione Europea, che apre alla possibilità di un’inchiesta sull’origine della pandemia di coronavirus. La Cina non ha fatto promesse finanziarie né sul piano della diffusione del vaccino, qualora lo trovasse, all’evento di fund-raising organizzato dall’Ue per sconfiggere la pandemia.

Il rappresentante di Pechino, l’ambasciatore presso l’Unione Europea Zhang Ming, il funzionario di grado più basso tra i rappresentanti dei Paesi che hanno partecipato all’evento, ha invece rimarcato la contrarietà della Cina allo “scaricabarile” sulle responsabilità, sottolineando che Pechino “sta facendo del suo meglio per aiutare i Paesi nel bisogno”.

Zhang, citato dal South China Morning Post, ha sottolineato che la Cina si è già impegnata sul piano finanziario, con un fondo speciale da due miliardi di yuan (261,27 milioni di euro); un miliardo di yuan (130,63 milioni di euro) di investimenti in ricerca, e cinquanta milioni di dollari di donazioni all’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il livore cinese segue il sostegno dell’Alto rappresentante Ue per le Politiche Estere e di Difesa, Josep Borrell, a una revisione indipendente sull’origine del coronavirus che ha innescato la pandemia di Covid-19, in occasione della prossima Assemblea mondiale della sanità che si terrà a Ginevra dal 17 al 21 maggio.

L’appuntamento di Ginevra, viene visto come un test per la diplomazia cinese, contraria all’inchiesta che considera “arbitraria” e “fondata sulla presunzione di colpevolezza” di Pechino. Il 2020 era nato sotto gli auspici di un anno cruciale per Cina e Unione Europea.

Dopo la tregua raggiunta tra Pechino e Usa sulla disputa tariffaria, erano alte le aspettative per la firma dell’accordo bilaterale sugli investimenti. Solo pochi giorni prima che i dati dei contagi in Cina si impennassero, a gennaio, l’ambasciatore Ue a Pechino, Nicholas Chapuis, aveva definito “a un punto critico” i negoziati, con progressi costanti.

L’evento più atteso è il summit tra Cina e Unione Europea di Lipsia, in Germania, il 14 settembre, dove è in programma l’arrivo del presidente cinese, Xi Jinping.

L’atmosfera, però, si preannuncia pesante: il coronavirus, spiega alla Cnn Steven Blockmans, analista del Centre for European Policy Studies, ricorda i Paesi Ue che “per quanto attraente appaia il denaro cinese”, la Cina è “anche un rivale sistemico”.

Sulle relazioni bilaterali pesano anche le critiche alla Cina di diffondere disinformazione attraverso diversi canali e usando diverse tattiche, contenute in un rapporto Ue pubblicato il mese scorso.

Pechino ha respinto le accuse e, al contrario, si è detta “una vittima, non un promotore” della disinformazione, ma per Borrell l’Ue è stata “ingenua” nel suo rapporto con la Cina, che ha “una differente comprensione dell’ordine internazionale”. 

 

Vedi: L'Ue vuole chiedere conto alla Cina del disastro coronavirus
Fonte: estero agi


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