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L'omicidio di Mauro Rostagno è ancora senza colpevoli

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AGI – A 32 anni dall’omicidio di Mauro Rostagno non c’e’ ancora una sentenza che chiarisca definitivamente chi lo uccise il 26 settembre 1988. Personaggio eclettico, con una forte connotazione politica, arrivo’ a Trapani da sociologo dopo le esperienze a Trento che lo avevano visto protagonista nelle lotte studentesche, ma anche dopo una lunga permanenza a Milano in cui fondo’ il circolo Macondo, prima di andare in India a seguire le orme del guru Osho.

Poi ritorno’ in Italia, creando a pochi chilometri da Trapani la Saman, una comunita’ di recupero tossicodipendenti, che lo proietto’ ad Rtc, una televisione locale di cui divenne il principale animatore, discutendo di mafia e malaffare, con nomi e cognomi reiterati nelle sue trasmissioni. Due killer lo uccisero mentre rientrava in comunita’ a bordo della sua Duna bianca. Per anni il suo omicidio e’ rimasto del tutto irrisolto, ma alcuni anni fa un guizzo della Squadra Mobile di Trapani riusci’ a riaprire le indagini, a partire dall’esame del dna sui resti del fucile utilizzato quella notte.

Tutti sapevano che a volerlo morto erano gli uomini di Cosa Nostra, ma per anni le indagini rimbalzarono tra piste investigative di altra natura, poi abortite. Nel processo – giunto a sentenza nel maggio 2014 – furono condannati Vincenzo Virga, capo della mafia di Trapani individuato come il mandante (ergastolo), e Vito Mazzara, killer gia’ detenuto per omicidi di mafia, che avrebbe ucciso materialmente Rostagno. In Appello quest’ultimo – che era stato incastrato da un esame del dna estratto dal sottocanna del fucile, compatibile al 99,9% con il suo – e’ stato assolto.

Il prossimo 27 novembre la Cassazione dovra’ esprimersi sul ricorso della Dda di Palermo, ma anche su quello dei legali di Virga, che adesso chiedono anche la sua assoluzione. Di certo pero’ ad uccidere Rostagno furono quei due killer. Anni fa gli investigatori individuarono anche il secondo esecutore, ma la sua posizione fu archiviata. Le indagini sulla morte di Rostagno sono state caratterizzate da forti episodi di depistaggio ed e’ tuttora in corso davanti al Tribunale di Trapani un procedimento contro dieci persone, tra cui esponenti delle forze dell’ordine, accusati di falsa testimonianza.

In aula e’ stato ricostruito il contesto in cui sarebbe maturato l’omicidio Rostagno, che all’epoca lavorava a Radio Tele Cine e gestiva assieme alla compagna Chicca Roveri e a Francesco Cardella la “Saman”, comunita’ di recupero tossicodipendenti nella frazione di Lenzi, denominata dal quotidiano “L’Ora” come “Perfetta Letizia”. Uno dei primi filoni investigativi riguardo’ la cosiddetta “pista interna”. Cardella e la Roveri finirono sotto inchiesta. Il primo si rifugio’ in Nicaragua, la seconda fini’ accusata e arrestata per favoreggiamento insieme con Monica Serra, la donna che viaggiava con Rostagno a bordo della Duna bianca al momento dell’uccisione. In quegli anni a Trapani operava il centro studi Scontrino, all’interno della quale era sorta la Loggia Iside 2 in cui convergevano gli interessi di mafia, politica e massoneria e in citta’ era perfino stata aperta una sede di Gladio chiamato Centro Scorpione.

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Fonte: cronaca agi


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