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L’Italia non può permetterselo

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Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)


Botte da orbi tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sulla questione MES. Le due maggiori forze governative, nelle ultime ore, si sono infatti duramente scontrate sullo spinoso argomento del Fondo Salva Stati.

A dare il via alle ostilità era stato il segretario dem Nicola Zingaretti elencando, in una lettera al Corriere della Sera, le 10 ragioni in virtù delle quali l’Italia dovrebbe immediatemente richiedere l’accesso ai fondi del Meccanismo Europeo di Stabilità. “Non possiamo permetterci ancora di tergiversare”, questo il diktat zingarettiano, al quale ha prontamento risposto Vito Crimi. Il capo politico pentastellato, infatti, ha replicato: “Non è uno strumento idoneo e restiamo contrari. Se debito deve essere, allora meglio che avvenga attraverso lo scostamento di bilancio”.

Un duro botta e risposta, che è andato avanti per tutta la giornata di ieri, con interventi da una parte e dall’altra. Se il viceministro grillino Buffagni ribadiva che “la posizione del M5S non cambia”, dalle parti di Via delle Fratte rispondevano definendo gli alleati “miopi ed ideologici”. In questo marasma di accuse e controaccuse, però, è mancata una voce, l’unica che si sarebbe dovuta legittimamente levare. Ci riferiamo, chiaramente, al presidente del consiglio Giuseppe Conte il quale, invece, ha preferito tacere e lasciare che, i due più importanti partiti della sua maggioranza, se ne dicessero di tutti i colori. Attendere e non prendere posizione, sperando che la tempesta passi presto, probabilmente la scelta meno adeguata in un simile momento storico.

Il Conte II andrà in crisi per il MES? É ancora presto per dirlo, probabilmente alla fine si troverà la quadra. Ma il punto principale è, però, un altro. L’Italia non può permetterselo, non può permettersi che, in una fase tanto delicata, il suo governo sia teatro di scontri e scazzottate istituzionali, che manchi una posizione chiara ed univoca, che venga meno quella fondamentale unità d’intenti in sede europea. L’Italia non può permettersi una maggioranza che, dopo mesi di sfavillanti ed illusori annunci, fatica a produrre fatti, vivacchia e inizia a temere per la sua tenuta in Senato. Quello del MES, in fondo, è solo uno dei tanti aspetti critici che minano la serenità del governo, facendogli perdere credibilità nel consesso internazionale. Quello che l’esecutivo dovrà affrontare da qui alla fine del 2020, lo abbiamo detto, sarà un insidioso percorso ad ostacoli, e la sensazione è che lo affrontarerà zoppicando. L’Italia ha bisogno di certezze, lungimiranza, chiarezza di vedute, sicurezza e autorevolezza… Questo vivere alla giornata l’Italia non può permetterselo.


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