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LE MANIFESTAZIONI ANTIVAX E IL GREEN PASS

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Attenzione alle manifestazioni di piazza già annunciate: se l’avversione ai vaccini e la rabbia contro il green pass dovessero essere legittimate e amplificate dai particolarismi di partito e saldarsi con la protesta dei lavoratori dei settori in crisi, il mix potrebbe diventare esplosivo

di Antonino Gulisano

Il Presidente del Consiglio Draghi ha pronunziato queste parole in conferenza stampa: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire”. E giù applausi.
Praticamente, tre quinti di Parlamento e otto decimi della stampa italiana sono andati in estasi per il fatto che un uomo internazionalmente riconosciuto per la pacatezza dei toni abbia voluto entrare in diretta concorrenza con i vari antivax interni ed esterni. Il resto solo chiacchiere e distintivo.
Molti novax sono solo spaventati dalla remota ipotesi di passare dalla padella alla brace della loro politica più ideologica che scientifica. Molti di questi, a mio avviso, possono essere recuperati con un franco discorso di onestà scientifica, non certo con gli sberleffi aristocratici nei confronti degli scienziati e dei medici della frontiera ospedaliera.
Il vero problema sono gli antivax, cioè i contrari ai vaccini a prescindere e da ben prima della pandemia. Contrari per i motivi più vari, ma sempre abbastanza astratti e infondati. Leggendo la stampa italiana e le manifestazioni di piazza già fatte a Torino e quelli in programma, oggi alle 17,30 in trenta città italiane. Queste manifestazioni di piazza antivax hanno un comune fattore d’incontro: gli estremisti populisti e sovranisti da una parte, dall’altra estremisti radicali di sinistra. Gli estremi si toccano. Mi sorprende la presenza alla manifestazione antivax del Prof. Mattei, costituzionalista e Presidente della Cooperativa per le nuove generazioni, promotore della battaglia per i Beni Comuni. Tutte queste manifestazioni sono al grido “libertà e dittatura sanitaria”. La Costituzione Italiana, tuttavia, bilancia i diritti di libertà individuale con le esigenze di salute pubblica e di sicurezza nazionale. L’art. 16 recita: “Ogni cittadino può circolare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità e di sicurezza”. L’art. 32 stabilisce che “La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto all’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Rileggendo il testo sulla Libertà di Isaiah Berlin, il concetto di Libertà si articola tra libertà negativa e libertà positiva facendone la chiave di volta di un affascinate pensiero dei diversi modi in cui gli esseri umani parlano di una idea centrale nel nostro modo di pensare. Che significa non esseri liberi di fare qualcosa? Che rapporto c’è tra libertà e desiderio? La libertà ha per obiettivo (negativo) l’eliminazione delle interferenze; l’evidenza storica dimostra che l’argomento di John Stuart Mill secondo cui la libertà è condizione necessaria per lo sviluppo non è sempre vero.
La libertà negativa implica un’idea di individuo oggetto, per cui si decide: è l’idea che spesso caratterizza il riformatore sociale, che individua traguardi per gli individui che questi ultimi non riescono a vedere, trattati come oggetti privi di volontà propria.
La libertà positiva implica un’idea di individuo soggetto, agente, che decide: autonomia (agire) contro eteronomia (subire). Un modo per eliminare gli ostacoli dal cammino è quello di abbandonare il cammino; è la teoria dell’uva acerba secondo cui non si può volere ciò che non si è sicuri di ottenere: la libertà negativa (libertà tout court secondo Jonh Stuart Mill) non è capacità di fare ciò che si desidera, perché basta limitare i desideri (voglio ciò che posso fare) per sentirsi liberi.
Attenzione alle manifestazioni di piazza contro il green pass, già annunciate: se quella rabbia dovesse essere legittimata e amplificata dai particolarismi di partito e saldarsi con quella dei lavoratori dei settori in crisi, il mix potrebbe diventare esplosivo. E talmente instabile da richiedere una messa in sicurezza del Paese tale da trovare perfetta assonanza con il concetto di lockdown.
Non a caso, lo stato di emergenza è stato prorogato al 31 dicembre e non soltanto fino a ottobre.