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Le bugie di Santanchè

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MILANO. «Irregolarità nei bilanci», cassa integrazione Covid mentre i dipendenti continuavano a lavorare, mancato pagamento di Tfr e liquidazioni, aziende in «evidente stato di insolvenza». Accuse che la ministra al Turismo Daniela Santanchè, nel corso della sua informativa al Senato dello scorso 5 luglio, ha definito solo «ricostruzioni giornalistiche per creare collegamenti inesistenti, dubbi malevoli e odiosi sospetti», ma da tempo al centro di fascicoli di indagine aperti dalla procura di Milano in base agli accertamenti chiesti a Inps, Gdf e Consob.

Sono tante le cose che la senatrice Daniela Santanchè dovrà spiegare ora, almeno alla premier Giorgia Meloni nel corso di un incontro che – da quanto è trapelato – si terrà al termine del Cdm di lunedì. Un chiarimento che si sarebbe reso necessario dopo che sul fronte Visibilia, la ministra ha ricevuto la richiesta proroga dell’inchiesta che ufficializza che – come da novembre 2022 scrivono i giornali – è indagata per falso in bilancio e bancarotta fraudolenta. Ma soprattutto dopo che, anche sul fronte Ki Group, i pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi hanno respinto la richiesta di concordato semplificato proponendo invece la liquidazione giudiziale, il vecchio fallimento, di tre società del gruppo: la srl, la holding e Bioera. L’udienza si terrà il 2 novembre.

Le partecipazioni nel colosso del bio

In Parlamento, Santanchè ha sostenuto di non aver «mai avuto il controllo o partecipazione di un qualunque rilievo nelle imprese del settore dell’alimentare biologico. La mia partecipazione in Ki Group srl non ha mai superato il 5 per cento». A smentirla sono i primi accertamenti e gli stessi dipendenti di Ki Group: non solo Santanchè sarebbe stata «ben presente in azienda almeno fino al 2022» ma attraverso Bioera (che ha presieduto fino a febbraio 2022) e «un patto parasociale» con l’ex compagno Canio Mazzaro avrebbe esercitato il controllo della società. Per di più intascando, a differenza di quanto sostiene, centinaia di migliaia di euro all’anno, come anticipato da Report, bilanci alla mano.

Stipendi e Tfr dei dipendenti di Ki Group

Quanto ai lavoratori licenziati o costretti a dimettersi, in Senato la ministra ha sostenuto che «il personale è fuoriuscito dall’azienda nel corso dell’anno 2023, quando io già da tempo non avevo alcun ruolo. Tuttavia ho chiesto informazioni e posso assicurarvi che i lavoratori dipendenti verranno soddisfatti con riguardo a tutti i loro diritti». A parte il fatto che molte fuoriuscite risalgono invece al 2021, almeno 11 di questi dipendenti si sono rivolti al Tribunale per chiedere la liquidazione giudiziale dell’azienda con l’avvocato Davide Carbone: vantano cifre che vanno dai 30 agli oltre 100 mila euro a testa e non hanno ancora visto un euro.

La dipendente Visibilia in cassa integrazione Covid

Nel corso del suo intervento, la ministra – pur senza chiamarla per nome – è stata molto dura con Federica Bottiglione, ex investor relator di Visibilia, in cassa integrazione a zero ore «a sua insaputa» mentre la società continuava a fruire delle sue prestazioni. «Pur ritenendo le sue informazioni infondate e pur essendo certa che quella dipendente non ha messo piede in Visibilia dall’entrata della cassa integrazione, la società ha preferito sanare la sua posizione considerando la lavoratrice in servizio per tutto il periodo». A smentire Santanchè sono innanzitutto le registrazioni delle telefonate tra Bottiglione e il compagno e socio della ministra, Dimitri Kunz, trascritte in un’annotazione della Gdf: «Federica so tutti a zero ore… Tutti… Non è che possiamo rendere i soldi all’Inps, perché sarebbe come ammettere». Peraltro sembrerebbe vero che dei soldi siano stati inviati all’Inps. Denaro che non regolarizzerebbe però alcuna posizione in quanto sarebbe stato versato senza giustificativo – perché «sarebbe come ammettere…» – e dalla srl mentre «sono stata in cassa a zero ore da marzo del 2020 ad ottobre del 2021, mentre ero dipendente di Visibilia Editore spa – sottolinea Bottiglione – . Dopo averlo scoperto, a novembre 2021, mi hanno tolto dalla cassa e trasferito nella srl fino al licenziamento».

La presunta truffa

«Sono stata accusata giornalisticamente addirittura di truffa ai danni dello Stato», sottolinea ancora Santanchè, spiegando che oltre a Bottiglione «nessun altro dipendente si è lamentato». In effetti, nel fascicolo aperto dai pm, i primi nomi nel registro degli indagati saranno iscritti solo dopo un incontro che si terrà a breve con i dirigenti dell’Inps. Secondo gli accertamenti dell’ufficio di Vigilanza ispettiva dell’Istituto, tra Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, erano in tutto tredici i lavoratori in cassa tra il 2020 e il 2021, per un importo complessivo di 126.468,60 euro di fondi pubblici erogati e un totale di 12.019 ore di cassa. Dalle telefonate registrate da Bottiglione emergerebbe che almeno altri due colleghi, oltre a lei, avrebbero lavorato mentre l’azienda usufruiva degli ammortizzatori sociali. E «per nessuno – scrive l’Inps – risultano regolarizzazioni richieste o approvate nel periodo oggetto di indagine».

Fonte: La Stampa