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La storia dell’8 marzo

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di redazione

L’8 di marzo, in tutto il mondo, ricorre ogni anno la Giornata internazionale della donna, dedicata alla celebrazione delle conquiste sociali, economiche e politiche delle raggiunte dalle donne ed alla riflessione e alla lotta contro lediscriminazioni e le violenze che esse subiscono.

Sull’origine della “Festa della donna”, come comunemente viene chiamata questa giornata, si sono diffuse, a partire dal secondo dopoguerra, diverse versioni non conformi alla realtà storica.

Si è fatta risalire la celebrazione dell’8 marzo a un immaginario rogo in una fabbrica di camicie nel 1908 a New York.

Un’altra versione fantasiosa richiama le repressioni poliziesche dimanifestazioni sindacali di operaie tessili a New York nel 1857 e in altre città degli Stati Uniti come Chicago o Boston.

Le ricerche effettuate da ricercatrici femministe a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento hanno dimostrato l’erroneità di queste ricostruzioni.

Il percorso storico della giornata internazionale della donna si può fare risalire al VII Congresso della Seconda Internazionale Socialista, che si tenne a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, che, oltre ai temi di una possibile guerra europea e del colonialismo, affrontò anche la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne.  

Quel Congresso, sotto la spinta di personalità come Rosa Luxemburg e Clara Zetkin, approvò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a “lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne, senza allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne”.

1908-1909, negli USA nasce il “Woman’s Day”

Ma la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi» non fu condivisa da tutti: negli Stati Uniti la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908, sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione».

Alla fine del 1908 il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di organizzare per l’ultima domenica di febbraio del successivo 1909 una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Così, il 23 febbraio del1909 fu negli USA la prima “giornata della donna”. Il 22 novembre di quello stesso anno, a New York, ebbe inizio un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910.

1910, la Conferenza di Copenaghen

Dal 26 al 27 agosto 1910 si tenne nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen, la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste che, su proposta delle delegate americane, decise di istituire una giornata mondiale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.

Per scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste, nel 1911 la giornata della donna si tenne il 19 marzo in Germania, Austria, Svizzera e Danimarca. In Francia si tenne il 18 marzo, anniversario della Comune di Parigi. In Svezia si svolse il 1º maggio, insieme alla  Giornata del lavoro.

La manifestazione non si tenne tutti gli anni né fu organizzata in tutti i paesi.

In Russia si tenne per la prima volta, a San Pietroburgo, solo il 3 marzo 1913,su iniziativa del Partito bolscevico, e subì la repressione violenta della polizia zarista, con numerosi arresti; l’anno seguente la manifestazione venne impedita con l’arresto preventivo dei suoi organizzatori.

L’8 marzo 1917

Con lo scoppio della Prima guerra mondiale la celebrazione della Giornata della donna si interruppe in tutti i paesi belligeranti.

L’8 marzo 1917, a San Pietroburgo, l’8 marzo 1917 si tenne una grande manifestazione per chiedere la fine della guerra. Dopo quella seguirono altre manifestazioni in tutto il paese, in un crescendo che portò alla fine dello zarismo, ormai svuotato di ogni autorità e privo anche dell’appoggio delle forze armate, perciò l’8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l’inizio della Rivoluzione russa di febbraio. La data dell’8 marzo fu dunque scelta dalla Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste come “Giornata internazionale dell’operaia”.

Le risoluzioni dell’ONU

Con la risoluzione 3010 (XXVII) del 18 dicembre 1972 l’ONU proclamò il 1975 Anno Internazionale delle Donne“, cui fece seguito, con la risoluzione 3520, il 15 dicembre 1975, la proclamazione del “Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace” (“United Nations Decade for Women: Equality, Development and Peace“, 1976-1985.

Il 16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle nazioni Unite propose a tutti i paesi membri di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” (“United Nations Day for Women’s Rights and International Peace“), nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali. Molte nazioni scelsero l’8 marzo.

La Giornata internazionale della donna in Italia

In Italia la Giornata internazionale della donna fu celebrata per la prima volta soltanto il 12 marzo 1922, organizzata dal Partito comunista d’Italia.

Nel dopoguerra fu l’UDI (Unione donne italiane), nato nel settembre 1944 per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d’Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro, a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera.
Alla fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide, daun’idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. la prima comparsa del simbolo della mimosa, fiore la cui fioritura annuncia la primavera.  

Nel nostro paese la ricorrenza non fu particolarmente sentita fino all’apparire, negli anni Settanta, del movimento femminista, che ha fatto di questa giornata un coinvolgente e importante momento di festa e di riflessione per affermare la forza, la vitalità e i diritti delle donne.