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La pandemia ha aumentato il rischio di corruzione in Italia, lo dice l’Ue

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AGI –  La pandemia di Covid-19 ha aumentato il rischio di corruzione e infiltrazioni in Italia, così come rischia di “favorire la corruzione” anche il dl semplificazioni del luglio dell’anno scorso. Preoccupano invece la “mancanza d’indipendenza dei media” e “le intimidazioni e le minacce ai giornalisti”. E’ la foto dell’Italia scattata nel rapporto sullo stato di diritto nell’Unione europea pubblicato oggi dall’esecutivo di Bruxelles.

“La pandemia di Covid-19 ha aumentato in modo significativo il rischio di corruzione e reati connessi alla corruzione per infiltrarsi ulteriormente nell’economia legale italiana”, scrive la Commissione europea. “Secondo la polizia, i criminali hanno beneficiato in particolare degli acquisti di piccole imprese private, come i ristoranti in difficoltà economiche a causa della pandemia, e di prodotti sanitari, compresi mascherine, dispositivi di protezione ed equipaggiamento medici, che possono servire come mezzo per facilitare altri reati legati alla corruzione, come il riciclaggio di denaro”, spiegano i tecnici di Bruxelles secondo cui “la mancanza di risorse, l’esperienza e le competenze legali limitate influiscono sulla capacità delle autorità di contrasto di perseguire e punire efficacemente la corruzione straniera”.

Nel dettaglio, “l’eccessivo tempo dei processi, in particolare a livello di appello, continua a costituire un ostacolo alla lotta alla corruzione e sono ancora pendenti in Parlamento ampie riforme per snellire le procedure penali”.

E non aiutano alcune misure adottate dal Governo italiano per rispondere all’emergenza Covid, in particolare la Commissione punta il dito contro il cosiddetto decreto semplificazioni introdotto esattamente un anno fa. “Il decreto legge sulle misure per la semplificazione e l’innovazione digitale adottato nel luglio 2020 ha introdotto un regime speciale per l’aggiudicazione degli appalti pubblici”, si legge nel rapporto: “le misure si concentrano su procedure rapide e aggiudicazioni dirette senza concorrenza ufficiale, su procedure di aggiudicazione semplificate e su sanzioni per chi sospende o rallenta l’affidamento e l’esecuzione di lavori pubblici, tutte cose che rischiano di favorire la corruzione“.

La scelta di cancellare il finanziamento pubblico ai partiti rende invece più influenzabili i politici. “I partiti devono autofinanziarsi quasi esclusivamente attraverso donazioni private di singoli donatori o persone giuridiche. Questo ha creato una significativa dipendenza dei parlamentari per finanziare le campagne politiche con le proprie risorse, rendendo gli attori politici più dipendenti da donazioni private e più vulnerabili a indebite influenze“, scrive la Commissione.

“Esistono preoccupazioni per quanto riguarda le capacità e le risorse degli enti di supervisione e controllo”, evidenzia l’esecutivo Ue. Un ulteriore elemento di criticità è “la pratica di convogliare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche prima che siano trasferite a partiti politici può presentare un ostacolo alla rendicontazione pubblica, poiché tali transazioni sono difficili da tracciare e monitorare”.

Oltre all’indipendenza dei politici, a Bruxelles c’è preoccupazione anche per la “mancanza d’indipendenza dei media, in particolare nel settore audiovisivo” così come “continuano a destare preoccupazione” i “numerosi attacchi fisici e minacce di morte, nonché altre forme d’intimidazione contro i giornalisti”.

Infine, per quanto riguarda la magistratura, Bruxelles invita l’Italia a “tenere conto delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa” per quanto riguarda la modifica delle elezioni dei membri del Csm.

 

Source: agi


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