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Intelligenza artificiale e controlli fiscali: le novità dell’Agenzia delle Entrate

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Con la digitalizzazione dell’Agenzia delle Entrate è stato introdotto un nuovo meccanismo sui controlli fiscali attraverso il ricorso all’intelligenza artificiale. L’Agenzia ha chiarito come funziona il processo di individuazione dei soggetti a rischio evasione.

di Ilenia Albanese

revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

L’Agenzia delle Entrate si avvale dell’intelligenza artificiale per accelerare l’attività di selezione dei contribuenti da sottoporre alle verifiche fiscali.

Le verifiche non coinvolgeranno tutti i contribuenti, ma con l’AI sarà possibile selezionare un numero circoscritto di soggetti che presentano un moderato livello di rischio fiscale.

L’intelligenza artificiale utilizzerà degli speciali algoritmi volti a isolare i rischi fiscali.

L’intelligenza artificiale è entrata ufficialmente a far parte degli strumenti operativi utilizzati dall’Agenzia delle Entrate e si utilizzerà per rendere più efficienti i controlli fiscali.

L’obiettivo dell’introduzione dell’AI in questo campo è quello di accelerare l’attività di selezione dei contribuenti da sottoporre a verifiche fiscali. Sarà, infatti, un algoritmo ad individuare quei contribuenti che presentano un certo livello di rischio fiscale di evasione.

La notizia dell’introduzione di questi meccanismi è uscita qualche mese addietro, nel marzo 2023, quando è stata pubblicata la direttiva 2023/74424 dell’Agenzia delle Entrate. Con tale direttiva, infatti, l’Agenzia ha apportato le necessarie modifiche all’organizzazione, e alle attribuzioni della divisione contribuenti e della direzione centrale piccole e medie imprese.

A spiegare i meccanismi del nuovo sistema ci ha pensato la stessa Agenzia, che ha illustrato in che modo l’algoritmo effettua le analisi e la selezione del rischio di evasione.

Intelligenza artificiale e controlli fiscali: come funziona

La digitalizzazione delle attività di accertamento fiscale, anche mediante il ricorso all’intelligenza artificiale, è prevista all’interno del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), e nel mese di marzo è stato istituito l’ufficio di indirizzo e coordinamento analisi del rischio.

Oggi l’intelligenza artificiale è ufficialmente a servizio del Fisco, che con la direttiva 2023/74424 ha affidato all’ufficio data science il compito di sviluppare:

“metodologie di supporto alle attività di controllo preventivo, anche avvalendosi di tecniche di machine learning e intelligenza artificiale”.

Gli algoritmi sviluppati hanno come obiettivo quello di “effettuare efficaci selezioni delle posizioni di contribuenti nei cui confronti avviare un’attività istruttoria”.

L’algoritmo sviluppato, quindi, punta a selezionare le posizioni dei contribuenti che vengono poi sottoposte alle attività di compliance fiscale o a controlli fiscali veri e propri. Ma vediamo quali sono le varie fasi del controllo effettuato dall’intelligenza artificiale.

Controlli fiscali e AI: la selezione dei contribuenti

Il meccanismo con cui il sistema individua le posizioni dei contribuenti da porre a controlli fiscali è composto da più fasi. Il processo si basa su analisi realizzate con l’utilizzo di appositi algoritmi ai sensi della legge n. 160 del 2019.

I dati da cui l’Agenzia delle Entrate prende le informazioni necessarie provengono da banche dati a cui ha accesso anche la Guardia di Finanza.

L’Agenzia ha, tuttavia, specificato che a decidere di avviare un accertamento fiscale sarà sempre un funzionario. Inoltre, ha anche chiarito che tali processi non interesseranno l’intera popolazione di contribuenti.

 

Fonte: partitaiva.it/


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