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In Usa non si è votato solo per il presidente. Ecco com'è andata alla Camera e al Senato

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AGI – Come per la Casa Bianca, democratici e repubblicani sono in corsa anche per il controllo del Congresso americano. I democratici, secondo le proiezioni, mantengono la maggioranza della Camera, senza però ampliarla come si auspicava, mentre la corsa è più serrata al Senato, dove sono puntati i riflettori in questo momento.

In ballo, nel voto di ieri, c’erano 35 dei 100 seggi del Senato, che finora contava 53 repubblicani e 47 democratici (compresi due indipendenti, entrambi però affiliati al caucus democratico): per prenderne il controllo (51), i democratici dovrebbero vincere altri quattro seggi; ne basterebbero tre se Biden entrasse alla Casa Bianca, perché in caso di parità il presidente ha diritto di voto.

I senatori hanno un mandato di sei anni e ogni due un terzo dei seggi viene messo al voto. Alla Camera a oggi la maggioranza è dei Dem, 232 a 197: delle 35 poltrone in palio col voto di ieri, 23 sono al momento dei repubblicani e 12 dei democratici.

Al Senato, i democratici portano a casa il seggio chiave del Colorado sottratto dall’ex governatore John Hickenlooper al repubblicano, Cory Gradner. In Alabama, però, il candidato repubblicano, Tommy Tuberville, ha battuto il senatore democratico Doug Jones. In Arizona, l’ex astronauta Mark Kelly ha battuto la repubblicana Martha McSally, conquistando il seggio che era stato che era stato di John McCain.

Il leader dei repubblicani al Senato, l’influente Mitch McConnell, e l’alleato di Trump, Lindsey Graham, mantengono i loro seggi, rispettivamente del Kentucky e del South Carolina. Le proiezioni riportate da Cnbc, danno 47 seggi ai repubblicani e 46 ai democratici, compresi due indipendenti affiliati al caucus democratico.

Rimangono incerti setti seggi, tra cui Alaska, Maine, Michigan, North Carolina e Georgia. Alla Camera, tra i democratici che hanno perso la poltrona ci sono diversi deputati eletti per la prima vota nel 2018, quando l'”onda blu” aveva portato il partito a riprendersi la maggioranza; tra questi anche un politico di lunga carriera come Collin Peterson, che rappresentava il distretto del Minnesota dal 1991.

Anche se i repubblicani non costituiscono una minaccia alla maggioranza Dem, la presidente della House of Representatives Nancy Pelosi potrebbe finire per avere comunque meno spazio di manovra. I risultati di queste elezioni per il Congresso sono, comunque, già nella storia: a New York, i democratici Ritchie Torres e Mondaire Jones sono diventati i primi gay di colore a diventare membri della Camera.

Le democratiche Alexandria Ocasio-Cortez, Ayanna Pressley e Ilhan Omar si sono assicurate un altro mandato da deputate; insieme a Rashida Tlaib, il gruppo è stato soprannominato ‘The Squad’: Tlaib guida lo spoglio per il seggio del Michigan, ma ancora non si hanno i risultati.

Al Congresso, infine, entrano per la prima volta le teorie cospirazioniste del gruppo di estrema destra QAnon e una militante del movimento contro il razzismo: una deputata repubblicana e una democratica. Marjorie Taylor Greene, 46 anni, ha apertamente dichiarato di credere nelle teorie cospirazioniste del gruppo estremista QAnon (dal quale peraltro il presidente Donald Trump non ha voluto prendere le distanze, nonostante l’Fbi ne abbia dichiarato la potenziale pericolosità).

Per la neoeletta repubblicana, fra l’altro, il movimento Black Lives Matter è paragonabile a quello del Ku Klux Klan. Sul fronte opposto, la democratica Cori Bush, infermiera quarantaquattrenne e militante del movimento contro le violenze della polizia, è la prima donna afroamericana a rappresentare lo stato del Missouri; fa parte della corrente di sinistra del Partito democratico, quella di Alexandria Ocasio-Cortez.

Sarah McBride è la prima transessuale a essere eletta al Senato nella storia degli Stati Uniti. Originaria del Delaware, ha ottenuto l’86% dei voti anticipati.

Vedi: In Usa non si è votato solo per il presidente. Ecco com'è andata alla Camera e al Senato
Fonte: estero agi


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