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I sobillatori, l’assalto e le morti insensate

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di Civismundi

Si chiamava Ashli Elizabeth Babbitt, 35 anni, convinta sostenitrice di Donald Trump, veterana dell’Air Force, reduce dall’Iraq e dall’Afghanistan. Veniva da San Diego, California, città in cui, dopo aver servito per 14 anni nell’esercito, aveva aperto un’attività commerciale insieme al marito, che non era con lei a Washington.

Il 5 gennaio aveva scritto sul suo profilo Twitter che era arrivato il giorno «della tempesta», della resa dei conti fra Trump e i suoi rivali. «Nulla ci fermerà», scriveva. «Possono provarci quanto vogliono, ma la tempesta è qua e si abbatterà su Washington in meno di 24 ore. Dal buio alla luce!».

Ashli era seguace delle teorie di QAnon, così come l’uomo vestito da sciamano la cui immagine è diventata virale sui social e che, a quanto pare, avrebbe guidato la rivolta. Qanon è un gruppo dell’estrema destra americana che sostiene l’esistenza di un complotto tramato da poteri occulti (Deep State) contro Donald Trump e i suoi sostenitori. La setta si batte contro il fantomatico dominio di un “nuovo ordine mondiale” sorretto da reti di pedofilia, dall’ebraismo e da pratiche cabalistiche occulte. I democratici sono i nemici contro cui combattere, parte della cospirazione ebraica e della setta satanica di pedofili.

Con queste idee la Babbit era partita da San Diego, lasciando a casa il marito, per dare l’assalto al Parlamento. Alle 15 circa, ora di Washington, era fra i manifestanti davanti all’aula della Camera, mentre i ribelli pressavano e rompevano i vetri della porta per fare irruzione nell’aula dove stavano, asserragliati, i deputati. Nei video ripresi con gli smartphone si vede una donna che si arrampica su una porta divelta, che cerca di passare attraverso i vetri rotti, un agente della sicurezza la vede, spara. Ashli cade a terra, il sangue le esce copiosamente dal collo, ma è ancora cosciente. È avvolta in una bandiera blu con lo slogan trumpiano, “Make America Great Again”. Morirà poco dopo, durante la corsa in ospedale.

“Amava l’America con tutto il cuore” – dice l’ex marito – “Era una donna meravigliosa, con un grande cuore e una mente forte”. Tutti i parenti, rintracciati dalla stampa e dalla polizia, sono increduli: “Davvero non so perché abbia deciso di fare ciò”, ha detto la suocera. E, per il cognato, “Ashli era leale e aveva una grande passione per i suoi ideali, amava il Paese ed era onorata di aver servito nelle nostre forze armate. Pregate per la sua famiglia e rispettate la sua privacy in questo momento».

Brian D. Sicknick si è trovato nel tumulto, invece, per fare il suo dovere con indosso la divisa di poliziotto, in servizio in Campidoglio. Si era visto di fronte la massa urlante, era arrivato al contatto e allo scontro fisico con i manifestanti. Una ferita al volto, un collasso, anche per lui la corsa in ospedale. Non ce l’ha fatta, è spirato nella notte italiana.

Per la giovane Ashli, per l’agente Brian e per le altre vittime sconosciute abbiamo il rispetto che si deve davanti alla solennità della morte e una grandissima pena per una fine insensata, terribile e violenta.

Nessuna considerazione, nessun onore, invece, per coloro che incitano alla violenza, per chi sobilla la gente con fake news e teorie strampalate, per chi manda i propri sostenitori allo sbaraglio per deliranti ossessioni di potenza.

Nell’assalto squadristico di ieri al Congresso degli USA, mirato in modo preordinato e cosciente ad interrompere la procedura democratica per la ratifica dei risultati elettorali, con fini apertamente golpisti, oltre alla Babbit ed all’agente Sicknick hanno perso la vita altre tre persone, si sa che sono una donna e due uomini, ma i loro nominativi non sono stati resi noti. Almeno altre 6 persone sono ancora ricoverate in ospedale. Sono stati effettuati 52 arresti. Sul luogo dei disordini la polizia di Washington ha trovato 5 armi da fuoco e due cariche di esplosivo. Fra i feriti si contano anche 15 agenti di polizia.