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Gruppi neofascisti: un pericolo da non sottovalutare

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di Loan

L’altissimo livello delle astensioni nelle elezioni amministrative, piuttosto che disattenzione, testimonia la rassegnazione e lo scetticismo dell’elettorato italiano rispetto ad un quadro generale in cui, per tutti ormai, è palese la subalternità delle dinamiche politiche rispetto alle forze dell’economia, della finanza e degli stessi apparati tecnici e burocratici.
In Italia questo quadro è aggravato dall’assenza di una cultura civica e delle istituzioni basata su valori condivisi, per cui la lotta politica non verte sul modo migliore per trasformare in realtà le promesse di socialità, di uguaglianza e solidarietà contenute nella Costituzione repubblicana bensì sul come modificare o addirittura stravolgere l’assetto costituzionale basato sulla separazione e il bilanciamento dei poteri nell’ambito dello Stato.
L’idea di un recupero dei valori tradizionali “Dio, Patria e famiglia”, intesi come blocco d’ordine di fronte ad una concezione aperta dei diritti umani, civili e sociali cova sempre sotto la cenere delle comunità nazionali in Europa come negli USA. Un retropensiero di questa natura, più o meno consapevole, condiziona il rapporto tra la politica e la pubblica opinione, nel senso che anche i partiti di ispirazione progressista, aspirando a captare l’opinione moderata che, non sempre a ragione, viene attribuita ad una vasta area centrale del corpo elettorale, sono portati a tenere un atteggiamento di prudenza e di attendismo nella materia dei diritti legati al lavoro, alla cittadinanza, all’umanità.
È in questo brodo di coltura che trovano terreno fertile le estremizzazioni eversive. I gruppi che si richiamano apertamente al fascismo e al nazismo in Italia, come nel resto d’Europa, ci sono ed esprimono una certa vitalità, senza doversi scontrare con un’azione di contrasto efficace da parte dello Stato (che non ha mancato, in passato, di strumentalizzare questi gruppi per motivi opachi e inconfessabili). Le scene di violenza squadrista cui abbiamo assistito, per chi le ispira e per gli scellerati che le mettono in atto, hanno lo scopo di turbare l’ordine pubblico per rafforzare la richiesta di blocco d’ordine autoritario, le pulsioni razziste e xenofobe, le fobie complottiste e negazioniste. Nel caso specifico delle manifestazioni no vax e no green pass, poi, il grave è che si permette a costoro, che vi si infiltrano contro la generalità dei cittadini che esercitano civilmente il loro diritto di manifestare il dissenso, di strumentalizzare e insudiciare le parole “libertà”, “onore” ed il tricolore italiano.
Stiamo attenti a non sottovalutare e a non banalizzare, facciano attenzione i partiti politici e gli stessi movimenti di cittadinanza attiva. Questa deriva va fermata, la libertà è quella garantita dai diritti e dai doveri scolpiti nella Carta costituzionale, i gruppi che fanno uso di gestualità, simbologia e terminologia nazifascista sono fuori dalla legalità costituzionale e vanno messi fuori legge, subito. Il pericolo principale è quello dell’emulazione, della capacità attrattiva verso giovani turbati dall’assenza di prospettive personali e disorientati da una politica che non sa più offrire alcun punto di riferimento morale e ideale.
È tempo di dire a questi giovani, senza opacità, senza perifrasi, senza appellarsi agli effetti salvifici del tempo che passa, che l’antifascismo non è una posizione politica come un’altra, da mettere da parte come divisiva e passatista, ma il fondamento su cui poggia la democrazia, in Italia ed in Europa, la base da cui trae origine ed è permeata la nostra Costituzione. Il contrario del fascismo è il sistema democratico, ed è questo per i neofascisti, che siano vecchi signori nostalgici di una società basata sulle divisioni di classe o giovinastri esaltati, fanatici e violenti, il nemico da abbattere.