Type to search

Gaza: sedicimila morti. Israele, evacuate al-Shifa

Share

Israele ha dato un’ora di tempo a medici, pazienti e sfollati per evacuare il complesso medico di Al-Shifa a Gaza. I militari israeliani hanno usato gli altoparlanti per sollecitare l’evacuazione: hanno chiesto al direttore dell’ospedale, Mohammed Abu Salmiya, di dare istruzioni per garantire “l’evacuazione dei pazienti, dei feriti, degli sfollati e del personale medico” e che tutti “si spostino a piedi verso il lungomare”. L’esercito israeliano sostiene che Al Shifa nasconda un centro di comando di Hamas e costituisce quindi un obiettivo militare. Nei giorni scorsi le truppe hanno assediato la struttura e compiuto diverse, limitate incursioni all’interno dei vari edifici, nei quali sostiene di aver scoperto armi e un tunnel utilizzati da Hamas.
Intanto il movimento islamista ha aggiornato il bilancio delle vittime di 43 giorni di guerra: sarebbero oltre 16mila i palestinesi rimasti uccisi negli attacchi di Israele, tenendo conto anche delle 3.750 persone che mancano all’appello e che si ritiene siano rimaste sepolte sotto le macerie.
Almeno cinque palestinesi sono stati uccisi e altri due feriti in un’esplosione avvenuta in un edificio in un campo profughi nella città di Nablus, in Cisgiordania, mentre 26 persone sono state uccise in un attacco contro un edificio residenziale a Hamad, un quartiere nella zona di Khan Younis. Israele ha lanciato un nuovo avvertimento agli abitanti della città nel sud della Striscia affinché si trasferiscano a ovest per evitare il fuoco incrociato. Volantini lanciati da aerei israeliani esortano a spostarsi in una “zona sicura” nella minuscola città costiera di Mawasi. L’avvertimento potrebbe costringere centinaia di migliaia di palestinesi fuggiti a sud dall’assalto israeliano a Gaza City a spostarsi nuovamente, aggravando la crisi umanitaria. Una prima spedizione di carburante è entrata a Gaza dopo che Israele ha ceduto alle pressioni degli Stati Uniti per consegne limitate per consentire il trattamento delle acque reflue e la ripresa delle comunicazioni dopo un blackout di due giorni. Il consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, ha detto venerdì che il gabinetto di guerra ha accettato di consentire a due autocisterne di entrare ogni giorno, ma la Casa Bianca ha affermato che il carburante dovrebbe poter arrivare “su base regolare e in quantità maggiori”.
Intanto è atterrato ad Abu Dhabi il primo aereo con bambini e minori palestinesi feriti. Si tratta di un’iniziativa degli Emirati Arabi Uniti per accogliere 1.000 minori palestinesi rimasti feriti nelle battaglie e nei bombardamenti nella Striscia di Gaza.
Medici Senza Frontiere (MSF) ha fatto sapere che sta cercando di evacuare parte del personale e le loro famiglie attualmente intrappolati all’interno delle strutture dell’organizzazione vicino ad al-Shifa. Da sabato scorso, il personale e le famiglie di MSF – 137 persone, di cui 65 bambini – non sono stati in grado di uscire a causa dei combattimenti.
Le principali società di telecomunicazioni di Gaza, Paltel e Jawwal, hanno confermato il “ripristino parziale” dei servizi di telecomunicazioni in varie parti di Gaza. Un funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha esortato Israele a smettere di usare l’acqua come arma e a consentire l’ingresso di acqua potabile e carburante per riavviare la rete idrica. Pedro Arrojo-Agudo, relatore speciale delle Nazioni Unite su acqua e servizi igienico-sanitari, ha ammonito che impedire consapevolmente l’ingresso di forniture di acqua “viola sia il diritto internazionale che i diritti umani”.
Un’indagine della polizia israeliana sugli attacchi di Hamas al festival Supernova del 7 ottobre ha aggiornato il bilancio delle vittime a 364 rispetto a quello precedente di 270. (AGI)

UBA