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Estate mitologica. APOLLO E DAFNE

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di Gianni De Iuliis

 

Il mito di Apollo e Dafne è stato tramandato prima oralmente, come è accaduto per tutti i miti greci e poi in forma scritta da parte dei più grandi autori dell’antichità. Una delle prime fonti autorevoli è rappresentata da Le metamorfosi di Publio Ovidio Nasone, poeta latino nato a Sulmona nel  43 a.C. e morto a Tomi il 17 o 18 d.C.

Esistono diverse versioni del mito, con diverse conclusioni, ma gli elementi di base restano più o meno gli stessi. Dafne, parola greca che significa lauro, è una bellissima Ninfa che fa parte del gruppo delle Naiadi, protettrici dei corsi d’acqua. Di lei si innamora il dio Apollo. Egli era uno degli dèi più amati e temuti, secondo la mitologia greca. Mentre le origini di Dafne restano incerte, Apollo era figlio di Zeus e di Leto, che ebbe una relazione clandestina col dio dalla quale partorì Artemide, dea della caccia e appunto Apollo, dio del sole e di tutte le arti.

Apollo si trovava a Delfi e aveva appena ucciso il serpente Pitone. Vittorioso s’ imbatté nel dio dell’amore Eros e lo schernì, sostenendo che un fanciullo come lui non potesse tenere un’arma come il suo arco. Eros allora si vendicò, colpendo con una delle sue frecce il dio che si innamorò di Dafne e la stessa ninfa con una freccia di piombo, che la rese insensibile all’amore.

Apollo iniziò a inseguire Dafne instancabilmente. Ella cercò di sfuggire al dio senza riuscirci e invocò l’aiuto di Gea, la personificazione della terra. Fu così trasformata in una pianta di alloro nel momento stesso in cui Apollo stava per abbracciarla.

Da quel giorno, l’alloro divenne la pianta sacra al dio Apollo, che ne portò una corona sempre intorno al suo capo.

Dal punto di vista interpretativo, il mito può essere visto come una lotta eterna tra castità (Dafne) e pulsione sessuale (Apollo). La metamorfosi è l’unica soluzione possibile per la fanciulla per restare vergine per sempre.

Il mito regala una simbologia iconografica importante. Si pensi alla celebre stata di Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini, ma anche al valore simbolico dell’alloro. Dapprima pianta che diventa emblema dello stesso dio della poesia, quindi simbolo poetico vero e proprio con Francesco Petrarca, il quale fu incoronato “poeta laureato” al Campidoglio da Roberto d’Angiò nel 1341. Non si può dimenticare poi l’usanza di mettere sul capo degli studenti appena laureati una corona d’alloro, sinonimo di saggezza e di maturità.

 

(Nella foto: Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini, la scultura, datata 1622-1625, è esposta nella Galleria Borghese di Roma)