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Decreto Ristori, in arrivo altri 2 miliardi. Scostamento da 8 miliardi 

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AGI – Subito circa 2 miliardi di nuovi aiuti con un terzo decreto Ristori che il governo si appresta a varare stasera in Cdm insieme a una richiesta di scostamento di bilancio di 8 miliardi che servirà a finanziare la prossima settimana un quarto decreto per gli indennizzi alle attività economiche colpite dalle restrizioni anti-Covid. Poi entro i primi di gennaio un nuovo scostamento, a valere sul 2021, che potrebbe arrivare a 20 miliardi che servirà per traguardare l’uscita dalla crisi e sostenere la ripartenza delle filiere colpite con un quinto decreto.

È questa la tabella di marcia degli interventi anti-Covid che procederà in parallelo con la legge di bilancio che da sabato avvierà il suo iter in Parlamento con le audizioni. Il decreto ter, come ha spiegato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sarà coperto con risparmi dei fondi stanziati dai precedenti decreti anti-crisi ma ancora non spesi, e servirà per finanziare le misure di ristoro in automatico alle regioni che cambiano di fascia.

Nuove risorse per le imprese costrette a fermarsi o a limitare la propria attività a causa del cambio “di zona” di rischio, per le quali non sarà necessario ricorrere allo scostamento di bilancio. Nel provvedimento saranno inoltre estese alcune norme del dl bis, come il credito d’imposta sugli affitti e il rinvio delle scadenze fiscali per autonomi e partite Iva.

Gualtieri ha garantito che c’è ancora un margine di deficit di 6 miliardi da utilizzare per restare, grazie anche all’andamento delle entrate, sotto il tetto del 10,8% fissato. “Con 100 miliardi di spesa – ha spiegato – abbiamo avuto un deficit più basso perché abbiamo avuto maggiori entrate e minori uscite su capitoli come la cig e un impatto della ripresa più forte” nel terzo trimestre.

L’extra deficit che il governo si appresta a richiedere sarà invece utilizzato per finanziare il decreto ristori quater che arriverà dopo il via libera delle Camere allo scostamento previsto per giovedì 26. In questo provvedimento dovrebbe trovare spazio anche il rinvio delle scadenze fiscali (acconti Irpef, Irap e Ires di fine novembre, i contributi previdenziali e le ritenute fiscali dei dipendenti di metà dicembre e l’acconto Iva del 27 dicembre) e delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio, che altrimenti ripartirebbero il 10 dicembre.

Lo stop dovrebbe riguardare le imprese fino a 50 milioni di fatturato con perdite di almeno il 33 per cento. Sono ancora in corso le valutazioni ma il calcolo delle perdite dovrebbe essere basato sul confronto fra il primo semestre 2020 e lo stesso periodo del 2019 per le scadenze di novembre e su novembre 2020, rapportato allo stesso mese dell’anno scorso, per i versamenti di dicembre. Il governo conta poi di chiedere un ulteriore scostamento di bilancio a valere sul 2021 che dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 miliardi e servirà per concludere la fase di aiuti che, ha assicurato Gualtieri, “saranno modulati in base all’andamento dell’economia, accompagnando la seconda ondata che è stata più forte del previsto e andare alla fase post-covid”.

Questo consentirebbe di dirottare le risorse del fondo anti-Covid da 3,8 miliardi stanziato in manovra per altri interventi già nel 2020 e magari anche come dote per finanziare le modifiche parlamentari e accogliere in parte le richieste delle opposizioni già sul piede di guerra. 

Vedi: Decreto Ristori, in arrivo altri 2 miliardi. Scostamento da 8 miliardi 
Fonte: economia agi


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