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Decreto aiuti bis: pensioni +2%

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Secondo Ettore Minniti, segretario nazionale della Confedercontribuenti, le “risorse per i pensionati sono ridicole. Il 1,5 mld stanziati sono insufficienti, ce ne vorrebbero almeno 4. Pensionati che prenderanno meno del bonus una tantum di 200 euro erogati nel mese di luglio. Un’elemosina che si poteva evitare”

di redazione

Il Governo, siamo già in campagna elettorale, ha anticipato di tre mesi la rivalutazione delle pensioni, con gli assegni che aumenteranno del 2% a partire da ottobre.

La decontribuzione riguarderà i redditi fino a 35mila euro.

Nel testo del 3 agosto si legge: “Al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2022, e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale: il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è anticipato al primo ottobre 2022; la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 è anticipata, per una quota pari a due punti percentuali, con decorrenza dal primo ottobre 2022, con relativo riconoscimento anche sulla tredicesima mensilità. In sede di rivalutazione delle pensioni con decorrenza dal primo gennaio 2023 la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2022 è applicata in misura corrispondentemente ridotta di due punti percentuali”.

La misura vale 2,381 miliardi per l’anno 2022.

Ettore Minniti, segretario nazionale della Confedercontribuenti “Risorse per i pensionati ridicole. Il 1,5 mld stanziati sono insufficienti, ce ne vorrebbero almeno 4. Pensionati che prenderanno meno del bonus una tantum di 200 euro erogati nel mese di luglio. Un’elemosina che si poteva evitare”.

Il costo della vita continua a lievitare. Il cosiddetto carrello della spesa è aumentato del +9,1%. La percentuale più alta dal 1984. Significa che i prezzi dei prodotti di largo consumo per le famiglie italiane stanno aumentando a dismisura, mentre i redditi restano fermi.

Per il Governo è un aiuto per dare un minimo di aiuto alle famiglie, per i malpensanti un regalo preelettorale.

La rivalutazione degli assegni avviene annualmente a partire da gennaio sulla base del tasso d’inflazione nell’anno precedente. Per il 2022 era stato previsto un aumento delle pensioni dell’1,7% fino a quattro volte il trattamento minimo, dell’1,53% tra quattro e cinque volte, dell’1,275% per gli assegni sopra cinque volte il trattamento minimo. Tuttavia, a consuntivo il tasso d’inflazione nel 2021 è risultato essere dell’1,9%. Ci sarà da recuperare quella differenza dello 0,2% da gennaio, ma il problema vero è un altro: i prezzi al consumo quest’anno sono esplosi.

I dati ISTAT ci dicono che tra la fine del 2021 e il 30 giugno scorso, l’inflazione italiana è stata del 5,37%. In teoria, gli assegni dovrebbero salire da ottobre a dicembre di tale percentuale. Il costo lordo della misura, però, sarebbe eccessivo: circa quattro miliardi di euro. Per i pensionati tuttavia

sono stati stanziati solo 1,5 miliardi.

Il problema non è solo l’aumento del carrello della spesa. Ci si dimentica del ruolo sociale dei pensionati, che si prendono cura di figli, nipoti o parenti disabili”, prosegue Minniti, “come è possibile in queste condizioni pensare che il bonus baby-sitter possa essere sufficiente a dare loro un tenore di vita dignitoso?”.

Tanto lavoro quotidiano per i nipoti, non adeguatamente retribuito, mentre i genitori sono fuori a lavorare. Troppo spesso, infatti, le famiglie non possono permettersi una baby-sitter e devono fare dunque affidamento sui nonni. Una rete vastissima che tocca milioni di pensionati da Nord a Sud.

Un lavoro silenzioso e preziosissimo che colma in parte le falle di un welfare che non riesce a rispondere pienamente ai bisogni dei cittadini.

Purtroppo, la povertà non solo non è stata sconfitta, ma aumenta giorno per giorno. Non per niente essa è ai massimi storici: tocca 1,9 milioni di famiglie (7,5%) e 5,6 milioni di persone (9,4%), tra cui 1,4 milioni di minori (14,2%).

È l’Italia che va!