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Da Arcelormittal a Jabil, i tavoli di crisi che rischiano di esplodere

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La pandemia ha colpito duramente l’industria italiana che pure attraversava nel pre-Covid problemi pesanti. Gli oltre 149 tavoli di crisi che il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli indicava a novembre sono pronti ad esplodere. I decreti del governo hanno bloccato i licenziamenti ma le prospettive non sono certo ottimistiche.

Il primo allarme è venuto da Caserta: la Jabil, nonostante le norme in vigore, annuncia 190 licenziamenti. L’estensione della cassa integrazione all’ex Ilva ha fatto scattare lo sciopero. La decisione di ThyssenKrupp di vendere l’Ast di Terni o di trovare nuovi partner, ha messo sul piede di guerra 2.300 dipendenti che chiedono un immediato tavolo istituzionale. Ma il ministero dello Sviluppo Economico, nonostante l’emergenza coronavirus, “non si è mai fermato”.

“Il Mise – spiega all’AGI la sottosegretaria Alessandra Todde – gestisce diversi tavoli di crisi, cercando di trovare soluzioni a problemi che hanno radici molto profonde e di cui il dramma sociale dei lavoratori è la manifestazione piu dolorosa ed evidente. Dal mio insediamento, mi sono occupata di crisi aziendali e mi sono resa conto che era necessario cambiare metodo per poter essere efficaci. Non solo affrontare le singole vertenze, ma analizzare e comprendere le filiere per capire le cause della crisi, identificare i punti di debolezza e predisporre strumenti a supporto non di una singola azienda ma di interi settori produttivi. Questo approccio è diventato ancora piu’ importante durante l’emergenza Covid, dove interi comparti e distretti lottano per la sopravvivenza. Il nostro obiettivo è affiancare le aziende con strumenti che consentano, laddove il mercato lo permetta, di tornare in piena attività e di crescere ancora, garantendo sviluppo e occupazione. Affinchè questo accada – conclude la sottosegretaria Todde – le aree industriali e i territori dove si sviluppano queste attività devono essere oggetto di politiche dedicate per costruire e mantenere know how”.

Quali sono le principali vertenze aperte

ARCELORMITTAL: Dopo il contratto del 4 marzo la situazione di ArcelorMittal sembrava incardinata verso una soluzione. Ma la crisi del settore e la pandemia hanno fatto piombare nella paura i lavoratori di Taranto e Genova. Già a luglio scorso l’azienda aveva avviato la cassa integrazione per circa 1.300 lavoratori, ora la richiesta è per 5.000. I sindacati hanno proclamato lo sciopero. Lunedì è previsto l’incontro da remoto convocato dal ministero dello Sviluppo economico, a cui parteciperanno anche i ministri del Lavoro Catalfo e dell’Economia Gualtieri. Secondo i sindacati, la multinazionale non rispetterà gli impegni e bisogna trovare immediatamente una soluzione, ovvero il ritorno della gestione nelle mani dello Stato per un periodo di tempo, e contemporaneamente ricercare partner industriali solidi e credibili.

A rischio è naturalmente anche l’indotto e sono già in agitazione, ad esempio, i lavoratori della centrale elettrica di Taranto e quelli della Sanac di Massa. AST Il Ministero dello sviluppo economico si appresta ad aprire un tavolo di confronto su Ast di Terni, primo passo per conoscere le reali intenzioni di Thyssenkrupp ed avere conferme ufficiali rispetto ad eventuali trattative con soggetti interessati all’acquisizione del polo produttivo ternano. Le priorità di governo e sindacati sono il mantenimento dei livelli occupazionali e le prospettive legate alla questione ambientale. I lavoratori occupati sono 2350 diretti, 150 somministrati e 1500 dell’indotto.

JABIL: la multinazionale dell’elettronica ha annunciato il 21 maggio che dal 25 dello stesso mese avrebbe licenziato 190 lavoratori dello stabilimento di Marcianise (Caserta). La vertenza è iniziata undici mesi fa, quando furono annunciati 350 esuberi; ad oggi i lavoratori che hanno trovato ricollocazione o uscite incentivate ammontano a 160; gli altri erano in cassa integrazione da giugno 2019. I sindacati hanno proclamato lo sciopero ad oltranza. La ministra Catalfo ha dichiarato che convocherà l’azienda e i sindacati “nei prossimi giorni” per “risolvere il problema”. La vertenza passa dunque dal Mise al Ministero del Lavoro.

BECKAERT: Il tavolo Bekaert si è riunito in videoconferenza il 21 maggio. è emerso che vi è in corso una due diligence tecnica da parte di un nuovo soggetto industriale seriamente interessato all’attività dello stabilimento di Figline Valdarno (Fi) che occupa 180 lavoratori. L’advisor ha comunicato che sono ancora valide le opzioni già presentate durante gli scorsi mesi dall’azienda TraMe e dalla Cooperativa costituita dai lavoratori. Da parte dell’azienda viene ribadita la volontà di ricevere, in tempi brevi, i piani industriali per poter valutare le diverse opzioni disponibili. Il Mise ha interagito con il ministero del Lavoro per le misure di proroga della Cassa integrazione. Il prossimo incontro di aggiornamento sarà convocato per la seconda metà di giugno.

WHIRLPOOL: Le federazioni dei metalmeccanici e la rsu di Whirlpool si sono riunite in videoconferenza per fare un punto sulla vertenza, dopo il lockdown per l’emergenza Covid-19 e la ripresa delle attività. Secondo i sindacati, la decisione di chiudere la fabbrica di Napoli non è venuta meno; a riprova citano la disdetta dei contratti di fornitura. La multinazionale ha preannunciato una” importante comunicazione per la giornata di lunedì” e si teme un inasprimento della situazione. L’azienda aveva concordato con il ministro Patuanelli di mantenere le attività produttive del sito partenopeo fino al 31 ottobre. I lavoratori chiedono che sia rispettato il piano industriale sottoscritto a ottobre 2018, di desistere dalla decisione di chiudere Napoli e di rilanciare la presenza in Italia; al Governo chiedono di garantire ammortizzatori sociali indispensabili per scongiurare i licenziamenti, nonchè di adottare tutte le misure necessarie a sostenere la vertenza.

SYDERALLOYS: l’azienda ha assunto da oltre due anni l’impegno del rilancio industriale dell’ex Alcoa di Portovesme, ma il nodo energia ha bloccato i programmi. Il tavolo sull’ex Alcoa si è tenuto il 12 maggio, a valle della risoluzione della questione della fidejussione bancaria chiesta da Enel a SiderAlloys a garanzia del contratto per la fornitura di energia. La sottosegretaria Todde ha confermato che sussistono le condizioni, nonché l’impegno dell’azienda, affinché venga finalizzato il contratto per la fornitura dell’energia e ha assicurato che si sta lavorando per abbreviare il piu’ possibile i tempi tecnici richiesti dall’operazione. Subito dopo la firma del contratto di fornitura dell’energia verrà convocato il tavolo ministeriale di confronto tra le parti per fare una verifica puntuale del piano industriale e della tempistica della ripartenza che consentirà ai lavoratori (460 tra diretti e indiretti, di cui 160 operativi e 300 in Cig) di tornare in fabbrica. “Ci aspettiamo che l’azienda- ha dichiarato Todde – faccia la sua parte e realizzi quel piano industriale che ha da lungo tempo promesso al territorio del Sulcis Iglesiente e agli ex lavoratori Alcoa. Il tavolo sarà aggiornato non appena realizzato questo impegno previsto nelle prossime tre settimane”.

DEMA: Il gruppo di costruzioni aeronautiche Dema, presente in Italia a Somma Vesuviana (circa 350 dipendenti), Benevento (circa 150 dipendenti), Brindisi (circa 215 dipendenti), ha comunicato di attraversare una situazione economica molto critica a causa del mancato accordo con l’Inps sui tempi per la restituzione di quanto dovuto all’ente previdenziale. Nel 2017 un Fondo di investimento era subentrato investendo oltre 100 milioni di euro nell’attivita con l’obiettivo di salvare l’azienda riportando in equilibrio la parte finanziaria e ristabilire una capacita industriale che potesse garantire prospettiva all’intero gruppo ma il peso della situazione debitoria mette a rischio la prosecuzione dell’attività.

WANBAO: Dopo la gestione cinese, Acc Wanbao è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria. Dopo la nomina a commissario giudiziale di Anna Di Pasquale, il 19 maggio, nel corso dell’incontro in videoconferenza, il Mise ha annunciato la nomina di Maurizio Castro a commissario straordinario. Il compito di Castro, che aveva ricoperto in passato lo stesso ruolo, sarà di salvare lo stabilimento di compressori di Mel di Borgo Valbelluna e garantire il posto di 290 lavoratori, individuando un nuovo piano di rilancio.

TREOFAN: Il 15 maggio 2020 si è tenuta la call conference convocata dal ministero dello Sviluppo Economico sul sito produttivo di Terni, che occupa circa 150 dipendenti. L’azienda, che produce film in polipropilene, ha ribadito la decisione di spostare i macchinari di Battipaglia in altri siti del Gruppo Jindal, destinando a Terni una sola taglierina. Il Mise ha chiesto che gli impianti dismessi di Battipaglia restino all’interno del sito fino alla conclusione del percorso di confronto da tenersi prima tra le parti e successivamente in sede ministeriale, al fine di ottenere garanzie da parte dell’azienda rispetto al piano industriale e alle previsioni di produttività ed occupazionali per il sito di Terni nel medio lungo periodo.

MERCATONE UNO: Il decreto Rilancio prevede la proroga di 6 mesi dei programmi di esecuzione delle procedure di amministrazione straordinaria. Questo ha aperto la strada ai Commissari di Mercatone Uno per avanzare l’istanza di Cigs per cessazione di attività, per tutelare i 1.643 dipendenti. I sindacati e l’azienda hanno raggiunto l’intesa sul ricorso alla Cigd per causale Covid-19 per 9 settimane. I lavoratori erano con Cigs a zero ore fino al 23 maggio, data prevista di cessazione del programma di esercizio di impresa avanzato dai commissari. Formalizzate intanto le cessioni autorizzate dal Mise: i sindacati hanno siglato con la direzione aziendale e i Commissari l’accordo sulla cessione alla società Rica Gest dei 5 punti vendita di Calenzano, Monterosi, Roma, San Giuseppe di Comacchio e Villanova d’Albenga che prevede la piena salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, con l’assorbimento di tutti i 155 lavoratori. In una lettera di ringraziamento inviata ai sottosegretari Todde e Puglisi, i commissari esprimono l’auspicio di “poter condividere, già nel corso delle prossime settimane, qualche ulteriore passo in avanti”.  

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Fonte: economia agi


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