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Cultura: per Sylos Labini 3 docu-film e tv su Città Identitarie

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Presentati presso la Casa del Cinema di Roma i tre docu-film del progetto “L’Italia è questa – Festival Città Identitarie 2023”, realizzati dal regista e drammaturgo Edoardo Sylos Labini con il patrocinio e il contributo del Ministero del Turismo. Diretti dallo stesso Sylos Labini, con la fotografia di Andrea Chiarucci, i tre documentari rappresentano un viaggio ideale tra i simboli identitari dei comuni di Potenza (Basilicata), Loano (Liguria) e Trino (Piemonte), raccontati nel corso dei festival che la scorsa estate hanno fatto tappa nelle piazze di queste cittadine della provincia italiana.
Sul palco delle prestigiose manifestazioni, giunte alla IX edizione, miti assoluti come Giancarlo Giannini e Gabriele Lavia, l’omaggio alla grande Claudia Cardinale nel ricordo dell’attrice e nipote Luce, l’esilarante comicità di Gabriele Cirilli, i meme virali di Osho, uniti dalle testimonianze dei sindaci e degli operatori culturali del territorio, attraverso i quali è stato possibile scoprire personaggi e luoghi unici che costituiscono l’ossatura dell’Italia più bella e più vera. A unire le tre tappe “sono proprio i grandi personaggi della storia che hanno vissuto in queste città e che hanno dato un’impronta personale alle loro province”, ha spiegato Sylos Labini. A Potenza Ruggero Leoncavallo scrive Pagliacci, melodramma tra i più rappresentati al mondo, a Loano i Doria incarnano la famiglia simbolo della cittadina che diede anche i natali alla mamma di Giuseppe Garibaldi e nel vercellese, a Trino, dove Cavour pensò l’Italia, si stampò per la prima volta la Commedia di Dante con la dicitura Divina. Proprio a Trino, “il maestro Lavia ha recitato i versi di Dante per la prima volta in pubblico”, ha ricordato Sylos Labini. “Poi Giannini che a Potenza ha raccontato la sua vita e il suo rapporto con Lina Wertmuller, che era lucana. Invece a Loano, la tappa che in assoluto ha registrato il pubblico più numeroso, con migliaia di persone, Cirilli ha fatto ridere la piazza interpretando proprio una maschera del Carnevale loanese”.
Un progetto, quello delle Città Identitarie, che ripercorre storie e vite straordinarie del nostro tessuto culturale e che ogni mese viene raccontato anche sulle pagine di CulturaIdentità, rivista ideata e diretta da Edoardo Sylos Labini che vanta a oggi l’adesione di oltre 100 comuni del nostro Paese. Perché l’Italia è questa, una penisola di sorprendente bellezza formata al 90% da piccoli borghi e città di provincia tutte da scoprire. “CulturaIdentità non è soltanto una rivista o un docu-film: è un vero e proprio movimento culturale che ho fondato nel febbraio 2018 dal palco del teatro Manzoni di Milano, quasi cento anni dopo Strapaese” ha aggiunto Sylos Labini. “L’obiettivo è quello di raccontare l’identità culturale dei nostri territori in modo pop. Si tratta di un progetto a tutto tondo: abbiamo cominciato a portarlo avanti attraverso la rivista, poi con i festival e ora lo facciamo attraverso i docu-film, ma sta per nascere anche un programma tv, ispirato e legato alle Città Identitarie d’Italia”. In un videomessaggio a Sylos Labini, il ministro del Turismo Daniela Santanchè si è complimentata per l’iniziativa e il lavoro svolto con i tre docu-film. All’anteprima hanno partecipato, oltre a Federico Palmaroli, in arte #Osho, il sindaco di Loano Luca Lettieri, l’assessore alla viabilità di Potenza Massimiliano Di Noia, per il Piemonte il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi, nonché i rappresentanti dei comuni di Fiuggi nel Lazio e il sindaco di Castrolibero in Calabria Orlandino Greco. Tanti i rappresentanti del Governo intervenuti per l’occasione: il Sottosegretario al MIC Gianmarco Mazzi, il Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, il sottosegretario al MEF Lucia Albano e quello all’Istruzione e Merito Paola Frassinetti. Presenti anche Marco Giorgetti, Presidente della Fondazione Teatro della Toscana (partner dei festival), la coreografa Barbara Altissimo, il regista Max Zanin e il vice direttore di Rai Cultura Giuseppe Giannotti.(AGI)