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Cinque cose da sapere sullo scandalo Wirecard

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La Germania è teatro di uno scandalo finanziario che coinvolge Wirecard, società attiva nei servizi di pagamento elettronici con una piattaforma di finanza intelligente. Ecco cinque cose da sapere su questa ex startup che al suo debutto si occupava di transazioni per l’industria del porno e dei giochi online prima di diventare un ‘tesoro’ della Borsa di Francoforte.

Come guadagna i suoi soldi

Di base vicino a Monaco dalla sua nascita nel 1999, Wirecard garantisce pagamenti per transazioni effettuate online da società – dalle compagnie aeree alle agenzie di viaggio passando per le farmacie online ecc. – incassando nel processo un premio per il rischio. Sia che i consumatori paghino tramite smartphone, sia con carta di credito o PayPal, Wirecard è dietro le quinte per assicurare aziende e commercianti che saranno pagati.

La società sostiene di avere oltre 300.000 aziende come clienti in tutto il mondo e accordi stipulati con i giganti cinesi dei pagamenti su mobile Alipay e WeChat, dopo quelli con Apple e Google che hanno aperto immense prospettive nel settore della vendita al dettaglio. 

Un insolito inizio

Al suo debutto Wirecard si occupava di pagamenti per i siti di gioco d’azzardo e del porno. Un’attivita’ elogiata all’epoca dagli analisti finanziari per la sua natura stabile. E che l’ha portata a sopravvivere allo scoppio della bolla di Internet. E’ stato in quel momento che il numero uno di Wirecard, Markus Braun, investi’ in titoli per diventare il primo proprietario del gruppo con il 7% del capitale.

Il successo in Borsa

Il boom di Wirecard ha coinciso con il declino delle banche tradizionali, Deutsche Bank in primo luogo, distanziato dalla concorrenza straniera dalla crisi finanziaria del 2008. Quando Wirecard e’ stata promossa all’indice delle blue-chip tedesco Dax nel 2018 ha scalzato il ‘dinosauro’ Commerzbank. All’inizio del 2019, la societa’ ha quindi mostrato una capitalizzazione di mercato di 17 miliardi di euro, paragonabile a quella di Deutsche Bank ma con un numero di dipendenti e fatturato 15 volte inferiore. Il vento ha iniziato a girare nel gennaio 2019 dopo le rivelazioni del Financial Times su sospette pratiche illecite in Asia. Proprio oggi il gruppo ha ammesso di sospettare una gigantesca frode: 1,9 miliardi di euro che appaiono nei suoi conti sono ‘evaporati’. Il prezzo delle azioni e’ crollato, portando il valore di mercato dell’azienda a meno di 2 miliardi di euro.

Un attore con poca sorveglianza

Lo scandalo Wirecard “è un completo disastro e una vergogna”, ha detto Felix Hufeld, presidente del Bafin, l’autorita’ federale di vigilanza. Il caso evidenzia infatti le carenze nella supervisione delle cosiddette societa’ tecnologiche. Wirecard fa parte della “PSP” (per il fornitore di servizi di pagamento), a cui dal 2008 sono state dedicate due direttive europee. Questi testi obbligano la PSP a contrastare meglio le frodi nei pagamenti online, ma non forniscono nulla sulle frodi di ordine contabile (che sono al centro di questo caso).

L’avvocato scomparso

Come sono scomparsi 1,9 miliardi di euro su un conto nel bilancio di Wirecard? Un uomo chiave potrebbe svelare il mistero di questo ‘thriller’ finanziario: l’avvocato d’affari Mark Tolentino che, secondo la stampa tedesca, ha operato fino a oggi come agente fiduciario per conto di Wirecard, all’interno del centro finanziario filippino di Makati City. Tuttavia, questo avvocato, che mostra le sue abilità su un sito Web dedicato, è scomparso. E il sito sembra essere chiuso.

Vedi: Cinque cose da sapere sullo scandalo Wirecard
Fonte: economia agi


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