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Cala nel primo trimestre del 2020 l'export italiano. Regge l'alimentare, male l'auto

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AGI – Cala nel primo trimestre 2020 l’export italiano ma alcuni settori fanno da traino, come alimentari e farmaceutico, e trascinano le performance delle Regioni. Alcuni comparti invece soffrono particolarmente come quello dell’Automotive. È la fotografia fatta dall’Istat e rielaborata con Sace sui dati riguardanti l’export regionale di beni verso il mondo nel primo trimestre 2020, in attesa di settembre, quando sarà presentata la nuova edizione del Rapporto annuale di Sace sull’export italiano con le previsioni sui trend delle vendite estere italiane per i prossimi 4 anni. Ecco i principali risultati.

Peggiora il nord, positive le isole (ma pesano poco)

È di -1,9% il dato relativo all’export a livello nazionale nel primo trimestre 2020 in confronto a quello dell’anno precedente ma in alcune Regioni si registra un livello più che positivo. E sono il Molise, la Liguria e le due isole maggiori. “Vanno leggermente peggio della media, anche se non stiamo parlando di grandi scostamenti, il nord-est (-2,5%) e il nord-ovest (-2,2%).

Sono negative le performance del centro (-1,5%) e del Sud (-1,3%) ma un negativo inferiore alla media. Molto positiva è invece la performance delle isole (+7,5%)”, sottolinea in una intervista all’AGI Alessandro Terzulli, capo economista di Sace e Vicepresidente GEI (Gruppo Economisti d’Impresa).Il sud e le isole, pur registrando dei buoni risultati, pesano però ancora poco nel complesso dell’export italiano. La Sicilia contribuisce infatti per l’ 1,9%, la Sardegna per l’1,2%%.La Lombardia, prima regione esportatrice, contribuisce ha contribuito per quasi il 27% del totale dell’export nostrano. 

Nei primi tre mesi del 2020, il Molise fa segnare un +57% delle esportazioni trainate dal settore dei mezzi di trasporto (più che raddoppiate), delle estrazioni e della farmaceutica . In Liguria il dato totale è +39% grazie al boost della cantieristica navale (settore mezzi di trasporto). La Sardegna fa +12,2% nelle esportazioni dove i prodotti raffinati, che pesano per l’80,7%, vedono un incremento del 14,5%. La Sicilia mette a segno +5,1%, trainata dal settore degli apparecchi elettrici (+78,6%) e legno, carta e stampa (51,4%).

L’Emilia Romagna, pur registrando un dato negativo (-2,4%) è la Regione che ha mantenuto di più l’export negli alimentari e bevande, un settore, secondo Sace, “che nei mesi a venire, per le Regioni che sono specializzate in questi beni, trainerà la crescita”. 

Boom estrattivo e farmaceutico

I settori che registrano le migliori performance sono quello estrattivo (che comprende l’estrazione vera e propria e la raffinazione dei prodotti del petrolio) e farmaceutico. 
Per l’estrazione si registrano picchi rilevanti in Molise, Puglia e Calabria, pur associati a un peso del settore relativamente molto contenuto nell’export di queste Regioni.
Se si parla di farmaceutico, c’è un aumento a livello di export del 24,1% a livello nazionale mentre è il Molise a registrare il miglior risultato a livello regionale, seguito dal Veneto e dall’Umbria. 

“Il settore della farmaceutica sta andando bene già da diverso tempo nonostante non sia un settore tipico a vocazione italiana. Il motivo è che molte multinazionali estere hanno investito in Italia perché qui ci sono molte skills e, inoltre, abbiamo delle medie imprese italiane che sono particolarmente competitive che contribuiscono a questo buon risultato”, sottolinea Terzulli. 

Alimentari e bevande reggono

Nel primo trimestre dell’anno il settore degli alimentari e delle bevande cresceva molto bene, registrando un +12,3% rispetto al primo trimestre del 2019 con performance positive per tutte le aree principali del paese soprattutto nel nord-est (+16,8%) e Sud e Isole (+11,6%). 

A livello regionale, invece, è la Basilicata che segna la performance migliore in questo settore con +56,3% e questo si riflette sul fatto che si tratta di un’area particolarmente specializzata nell’agroalimentare. A seguire il Molise (+35,6%) e, in termini di esportazioni che hanno generato importi più considerevoli, l’Emilia Romagna che segna un +27,5%.

La cantieristica navale spinge la Liguria

Scorrendo le tabelle di Sace, Stando ai dati Istat elaborati dall’Ufficio Studi di Sace, balza all’occhio il risultato dei ‘mezzi di trasporto’ in Liguria. “In questa regione il settore della cantieristica navale ha un peso molto importante”, spiega il capo economista di Sace. Nei primi mesi dell’anno, infatti, ci sono state movimentazioni occasionali particolarmente importanti verso gli Stati Uniti” legati al comparto delle navi da crociera. 

Male il settore auto 

Il settore degli autoveicoli resta il tallone d’Achille. Nel primo trimestre dell’anno segna -13,3%, veniva da una congiuntura difficile a livello mondiale ed è alle prese con dei temi strutturali non banali come la riconversione del parco auto. A pesare sulla performance del comparto è il risultato del nord-ovest, in particolare del Piemonte che fa -21% ma anche la Lombardia (-25%). 

Si va verso il 2° peggior trimestre dal secondo dopoguerra

“Il secondo trimestre sarà molto brutto e probabilmente sarà il peggiore dall’inizio del secondo dopoguerra. Ci aspettiamo, anche a livello regionale un dato negativo molto forte soprattutto per quanto riguarda le Regioni trainanti”, spiega Terzulli.

“I dati già diffusi dall’Istat per l’Italia complessivamente mostrano una contrazione dell’export di beni dell’11,8% tra gennaio e aprile rispetto agli stessi mesi del 2019”. Le prime tre regioni italiane per export sono la Lombardia (26,7%), l’Emilia Romagna (13,9%), Veneto (13,5%) e insieme pesano oltre la metà dell’export italiano nel primo trimestre 2020 (cioè il 54,1%). 

Vedi: Cala nel primo trimestre del 2020 l'export italiano. Regge l'alimentare, male l'auto
Fonte: economia agi


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