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Auto: cinese Chery aprirà prima fabbrica europea in Spagna

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La casa automobilistica cinese Chery aprirà la sua prima fabbrica europea in Spagna, nell’ex sito Nissan a Barcellona, ​​nell’ambito di una joint venture con il gruppo spagnolo Ebro-EV Motors. Lo ha annunciato il governo spagnolo. È stato “concluso un accordo tra le due società per la produzione di automobili nell’ex fabbrica Nissan, situata nella zona franca di Barcellona”, ha precisato in un comunicato stampa il ministero dell’Industria spagnolo. Per il momento non sono stati comunicati dettagli sull’accordo, che sarà firmato domani nel corso di un incontro a Madrid tra il ministro dell’Industria Jordi Hereu e una delegazione di Chery, alla presenza di membri del governo regionale catalano. Le autorità spagnole avevano riferito nei giorni scorsi di un imminente accordo dopo i crescenti contatti con Chery. Ma sulla decisione del gruppo cinese permanevano dubbi, tanto che i media specializzati avevano parlato di un possibile insediamento in Italia. Invece, secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, sarebbe Dongfeng Motor Group a trattare con il governo italiano per produrre 100.000 auto in Italia.
“Dopo mesi di trattative, stiamo culminando nella reindustrializzazione” dell’ex sito Nissan “con l’accordo tra Ebro e Chery per la produzione di migliaia di veicoli”, ha esultato su X Roger Torrent, responsabile delle imprese dell’area catalana governo.
L’ex sito Nissan, dove lavoravano 3.000 persone, ha chiuso i battenti nel dicembre 2021. Parte di questo vasto complesso industriale è stato venduto al produttore di motociclette Silence e EV Motors, ma le autorità locali, insieme a EV Motors, stavano cercando un altro investitore per rilanciare completamente il sito.
Chery è il secondo produttore cinese ad annunciare uno stabilimento in Europa, dopo il campione di auto elettriche BYD, che ha formalizzato a febbraio la costruzione del suo primo stabilimento europeo in Ungheria. Quest’ultimo sarà operativo entro tre anni.
Fondata nel 1997, Chery è una società di proprietà statale. Il marchio, che prevede di vendere 1,88 milioni di autovetture nel 2023, era molto popolare una quindicina di anni fa in Cina, in particolare con una piccola city car a benzina destinata al mercato locale. La decisione di Chery si inserisce in un contesto di tensioni tra Pechino e Bruxelles, che all’inizio di aprile hanno aperto un’indagine sui sussidi pubblici concessi dalle autorità cinesi alle automobili elettriche, accusate di distorsione della concorrenza. (AGI)