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Australia: dieci anni di attacchi terroristici

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Negli ultimi dieci anni, l’Australia ha affrontato diversi attentati terroristici, sebbene non al livello di altri Paesi. Da quando nel 2014 il livello di minaccia è stato innalzato, sono stati sventati diversi attacchi e alcuni sono riusciti. Tra questi figurano l’accoltellamento di due agenti a Melbourne nel 2014, l’omicidio di un contabile della polizia a Parramatta nel 2015 e la scoperta degli attacchi pianificati per l’Anzac Day e la festa della mamma nel 2015. La polizia e le agenzie di sicurezza sono particolarmente preoccupate per la tendenza verso il coinvolgimento di giovani e adolescento in gruppi di ispirazione estremista. Da tempo l’Australian Security Intelligence Organization (Asio) valuta che, mentre la forma più probabile di attentato terroristico in Australia rimane quella un attacco “a bassa capacità contro un obiettivo soft come un centro commerciale o un evento sportivo perpetrato da un solitario o da un piccolo gruppo”, resta comunque la minaccia di un attacco più complesso. I lupo solitari e le reti informali più piccole sono più difficili da individuare in anticipo per la polizia e le agenzie di sicurezza, e gli attacchi con scarsa capacità possono passare rapidamente dall’idea all’azione poiché richiedono meno pianificazione.
Alcuni degli attentati più gravi includono:
– Attacco al Caffé Lindt di Sydney del 2014. Il 15 dicembre un uomo armato prende in ostaggio 17 clienti nel locale in Martin Place e li costringe a tenere una bandiera nera jihadista contro una finestra del bar. Quando, la mattina dopo, la polizia fa irruzione due ostaggi rimangono uccisi: uno colpito dal sequestratore e un altro dagli agenti che eliminano anche l’aggressore. La polizia di Sydney viene criticata a lungo per la gestione della crisi ed è in quella occasione che il livello di allerta antiterrorismo, istituito nel 2002, viene innalzato per la prima volta.
– Attentato di Parramatta del 2015. Il 2 ottobre un giovane curdo-iracheno uccide a colpi di arma da fuoco Curtis Cheng, 58 anni, un contabile che lavorava per le forze di polizia del New South Wales, fuori dal quartier generale della polizia di Parramatta. Poi spara agli agenti di guardia all’edificio, dai quali viene ucciso. Altri quattro membri dell’Isis vengono arrestati e incriminati per la sparatoria.

– Accoltellamento di Queanbeyan del 2017. Il 7 aprile due ragazzi di 15 e 16 anni colpiscono a morte un dipendente di una stazione di servizio nella città del Nuovo Galles del Sud e aggrediscono altri due uomini nelle vicinanze. Poi sequestrano un terzo uomo e lo uccidono a martellate e a coltellate. Il sedicenne si era radicalizzato sul web simpatizzava con l’Isis. Arrestati dopo un inseguimento in auto, i ragazzi sono stati condannati a 35 e 18 anni.

– Accoltellamento di Melbourne del 2018. Il 9 novembre un uomo appicca il fuoco all’Holden Rodeo in Bourke Street, nel quartiere degli affari. Poi accoltella tre pedoni, uccidendone uno prima di essere colpito a morte da un agente della polizia di Victoria. Il fratello minore dell’aggressore era stato arrestato nel novembre del 2017 per aver pianificato una sparatoria di massa durante la celebrazione di Capodanno a Melbourne.

– La strage di Wieambilla del 2022. Il 12 dicembre due agenti di polizia cadono in un’imboscata insieme con un civile in una proprietà rurale nel Queensland. I tre autori, due fratelli e la moglie di uno di loro, fondamentalisti cristiani, vengono uccisi dalla polizia. La sparatoria è considerato il primo attacco terroristico fondamentalista cristiano in Australia. (AGI)