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Archeologia: “Fuori Star Trek da teatro greco Heraclea Minoa”

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Nella Sicilia dello scandalo per i mosaici abbandonati di piazza Armerina e del “telamone Frankestein”, messo in piedi nella Valle dei Templi, arriva il teatro “Star Trek” o “astronave”: così viene definito da numerosi addetti ai lavori, tra cui diversi archeologi, il progetto per il restauro e la valorizzazione del Teatro greco di Heraclea Minoa, in Sicilia, venuto fuori da un concorso Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento. “L’esito – afferma Italia Nostra – ha favorito il progetto che configura una radicale ristrutturazione dell’antica fabbrica che rimarrà obliterata da una sovrapposta struttura avveniristica”.
Nelle immagini che accompagnano il progetto la parte superiore del koilon (la cavea) si presenta coperto da una struttura a vetri luminosa che sembra annullare la stessa identità del luogo per farlo assomigliare a un centro commerciale. “A vincere – sottolinea Italia Nostra – è stato il progetto più invasivo. Solo secondariamente si è posto il problema del paesaggio. L’unica parte del teatro che resta visibile, infatti, viene confinata all’interno di una grande vetrina che decontestualizza il reperto escludendolo dal suo peculiare contesto”. Il teatro è stato finora ‘protetto’ da un rivestimento in plexiglas e perspex, ma questa soluzione ha determinato l’ulteriore alterazione dei materiali del Teatro di Heraclea. Il progetto vincitore del concorso “non si è propriamente posto un quesito di ‘restauro’ come forse avrebbe dovuto in tutta la sua enorme complessità quale un concorso di idee di architettura e dunque non è stato in grado di elaborare e risolvere l’oggetto del concorso nella dovuta ‘scientificità'”. Il progetto vincente – spiega Gaetano Tripodi, architetto che ha lavorato alla Soprintendenza dei Beni culturali di Agrigento – non prende in considerazione l’intera cavea, prevedendo la protezione solo dell’area comprendente i sedili e non tenendo in alcun conto l’ampio pendio che pure, secondo gli studi degli archeologi era parte integrante del koilon, costituendone la parte più alta; in questa parte, quindi stravolgendola, viene poggiata la grande struttura moderna. Nello stesso progetto il piano dell’orchestra viene sopraelevato con una pavimentazione flottante in legno che oblitera il piano di calpestio antico del teatro; viene anche nascosto, non ve ne è traccia negli elaborati, l’euripo, il canale di scolo delle acque piovane che margina il fondo delle gradinate. Tutto ciò impedisce la completa e corretta fruizione del monumento antico, limitando la stessa alla sola visione dei resti delle gradinate che vengono del tutto incassate in questa nuova costruzione teatrale, e si potrebbe dire – prosegue Tripodi – che l’unica parte che resta visibile viene confinata all’interno di una grande vetrina che decontestualizza il reperto escludendolo dal suo intorno”. “A questo punto – interviene Leandro janni, presidenmte di Italia Nostra in Sicilia – sarebbe stato meglio prevedere lo smontaggio pezzo per pezzo dell’originale struttura, dopo il consolidamento della materia, e il trasporto e la custodia in uno spazio museale. E prevedere la collocazione al suo posto di una ‘copia’ in materiali più resistenti atti ad accogliere una riutilizzazione per gli spettacoli teatrali”. Italia Nostra “auspica quindi una riconsiderazione del programma edilizio di così vasto impatto e nel ritorno a una meno avventurosa creatività che abbia rispetto di una ‘episteme’ ben consolidata di una disciplina come il restauro, fatta di precise nozioni scientifico-tecniche e di altrettanti contenuti umanistici”. Ma, conclude Tripodi mettendo il dito nella piaga dell’assenza di archeologi nei posti di fertoce delle Soprintendenze dell’Isola, anche “se non compaiono i nomi e le professionalità dei progettisti vincitori del concorso sembra più che evidente la totale assenza degli esperti del settore archeologico e del restauro, cioè mancano proprio quelle professionalità di alto livello richieste dall’art. 9bis del Codice dei Beni Culturali”. (AGI)

RED