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Apre il ponte dei record (e degli scandali) che collegherà Hong Kong e Macao

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Cinquantacinque chilometri di lunghezza, un tunnel sottomarino, isole artificiali, 400 mila tonnellate di acciaio, quattro volte e mezzo la quantità utilizzata per il Golden Gate di San Francisco. In Cina il ponte dei record entra in servizio la prossima settimana tra le tre grandi città sul delta del Fiume delle Perle, nella provincia sud-orientale del Guangdong. La futuristica struttura avvicinerà la regione amministrativa speciale di Hong Kong a Zhuhai, con un viaggio di soli 45 minuti contro le attuali quattro ore, mentre Macao sarà raggiungibile da Zhuhai in appena 15 minuti. È in grado di resistere ad un terremoto di magnitudo 8, ad un super tifone o all'urto di una nave cargo di 300.000 tonnellate.

Il ponte è un'opera ingegneristica mozzafiato sospesa sul mare, che include un tunnel sottomarino di 6,7 chilometri collegato al ponte attraverso due isole artificiali. La costruzione di un tunnel sommerso è stata decisa in corso d'opera proprio perché il delta del Fiume delle Perle è una delle aree più trafficate al mondo: quotidianamente vi circolano 4 mila navi per le quali era necessario lasciare un passaggio. Il cantiere faraonico fu inaugurato nel 2009, ed è costato 7,56 miliardi di dollari, oltre a ulteriori 4 miliardi e mezzo di dollari per le infrastrutture sul territorio. Avrebbe dovuto aprire nel 2016, ed è costato la vita a dieci operai mentre altri 600 sono rimasti feriti. Non sono mancati gli arresti per casi di corruzione direttamente legati agli interessi in gioco nel cantiere, oltre a critiche per il suo impatto ambientale.

Media e osservatori evidenziano che l'opera verrà inaugurata pochi giorni dopo la diffusione di dati che evidenziano un rallentamento dell'economia cinese, in un contesto di guerra commerciale con Washington. Le autorità di Pechino presentano il ponte come un'opera cruciale per rilanciare l'economia della regione, come base manifatturiera per l'export cinese, per collegare città di altissimo valore economico abbattendo tempi e costi di trasferimento, oltre ad incentivarne il turismo.

Eppure, sono in tanti ad esprimere perplessità sulla vera utilità del ponte. Secondo i detrattori del progetto i collegamenti marittimi, aerei e ferroviari esistenti sono più che sufficienti, quindi la spesa non varrebbe il risultato. Uno studio iniziale prevedeva il transito giornaliero sul ponte di 33.100 veicoli, stima poi scesa a 29 mila. Invece ad Hong Kong sono in tanti a vedere nel ponte un ulteriore tentativo di Pechino di accrescere la sua ingerenza sull'ex colonia britannica, con una valenza molto più politica che economica.

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Fonte: estero agi


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