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Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

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OBIETTIVO 4: ISTRUZIONE DI QUALITÀ

Un’istruzione e una formazione di qualità contribuiscono al miglioramento delle condizioni di vita delle persone e delle comunità. L’obiettivo 4 non si limita all’istruzione primaria dei bambini, ma si concentra anche sul punto di contatto tra istruzione di base e formazione professionale

di Gianni De Iuliis

L’obiettivo n. 4 dichiara che entro il 2030 bisogna promuovere un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e garantire opportunità di apprendimento permanente per tutti.

Un’istruzione e una formazione di qualità contribuiscono al miglioramento delle condizioni di vita delle persone e delle comunità. L’obiettivo 4 non si limita all’istruzione primaria dei bambini, ma si concentra anche sul punto di contatto tra istruzione di base e formazione professionale. Esso garantisce altresì l’equità e la qualità dell’istruzione in un’ottica di long life learning, di un apprendimento cioè che si estenda lungo tutto l’arco della vita.

A oggi almeno 22 milioni di bambini non possono accedere a un’istruzione prescolare. Si riscontra inoltre una mancanza di alfabetizzazione in 103 milioni di giovani nel mondo, di cui il 60% di sesso femminile. In una nazione su quattro più del 50% dei bambini non riesce ad acquisire le conoscenze matematiche di base entro la fine della scuola primaria. In una nazione su tre non è raggiunta nemmeno entro la fine della scuola secondaria di primo grado.

Eventuali progressi sono difficili da quantificare. I dati a disposizione sono insufficienti e rendono quasi impossibile monitorare eventuali sviluppi nell’ambito dell’educazione di qualità.

L’emergenza sanitaria ha impattato negativamente sull’Obiettivo 4. Un miliardo e 650 milioni di giovani hanno interrotto le normali attività scolastiche. La chiusura delle scuole ha avuto ricadute negative sui processi d’ insegnamento e apprendimento e sulla dispersione scolastica (il 12,3% dei minori non disponeva di un pc o tablet a casa).

Analizziamo alcuni sub-obiettivi del goal n.4.

Garantire entro il 2030 equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti; garantire entro il 2030 che ogni individuo abbia uno sviluppo infantile di qualità e un accesso equo a un’istruzione tecnica, professionale e terziaria -anche universitaria- che sia economicamente vantaggiosa e di qualità; aumentare il numero di giovani e adulti con competenze specifiche per l’occupazione; eliminare le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo delle categorie protette; garantire che tutti i giovani e gran parte degli adulti abbiano un sufficiente livello di alfabetizzazione e un’adeguata capacità di calcolo; garantire che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile; espandere il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo; aumentare la presenza d’ insegnanti qualificati.

Il Goal 4 a livello europeo mostra elevate differenze tra i Paesi: il valore massimo dell’indice composito è ottenuto dall’Irlanda, quello minimo dalla Romania, con una differenza di oltre 33 punti. L’Italia si colloca tra gli ultimi posti, con un tasso di laureati fra i più bassi d’Europa, pari al 27,8% nel 2018, a fronte di una media europea pari al 40,7%. Il tasso di occupazione dei neolaureati è pari al 56,5% nel 2018 (rispetto a una media europea dell’81,6%).

L’indicatore riferito al Goal 4 in Italia migliora sensibilmente dal 2010 al 2014, poi però la tendenza s’inverte a causa della diminuzione della partecipazione culturale, delle competenze di base in lettura e di un più basso tasso di partecipazione alle attività educative dei bambini di cinque anni.

Durante i mesi del lockdown l’Istat stima che circa tre milioni di studenti di età compresa tra i 6 e i 17 anni hanno avuto difficoltà a seguire le lezioni nella modalità didattica a distanza. Tale situazione è particolarmente accentuata nel Sud, ove interessa circa il 20% dei minori. Questi fattori confermano l’impatto negativo della crisi su questo Goal.

Chiudiamo con le proposte dell’ASviS su “Istruzione di qualità”.

«Introdurre urgentemente misure economiche e strategie organizzative e didattiche volte a contenere l’esplosione delle disuguaglianze, esacerbate dalla crisi.

Garantire una formazione iniziale aggiornata e un reclutamento tempestivo del personale docente.

Ripensare gli spazi di apprendimento, investendo sull’edilizia scolastica coerentemente con gli obiettivi didattici del XXI secolo e in sintonia con i requisiti della sostenibilità.

Rafforzare la qualità dei “patti educativi territoriali” per valorizzare la scuola pubblica e la sua collaborazione con il territorio.

Potenziare le leve per il sostegno del diritto allo studio e avviare una riflessione più generale sulla ripartizione della spesa per l’istruzione superiore tra pubblico e privato (a carico delle famiglie), tenendo presente che negli ultimi 15 anni l’Italia è tra i Paesi Ocse che hanno visto maggiormente diminuire la quota pubblica e di riflesso crescere quella privata».